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Berlusconi punge: “Finirà che ricomprerò il Milan”

Daniele Triolo

Silvio Berlusconi, nel corso di un incontro pubblico ad Udine, ha sganciato la bomba. Si è trattato, però, soltanto di una battuta che va contestualizzata

I dedicano, tutti, ampio risalto alle parole pronunciate nel tardo pomeriggio di ieri, ad Udine, nel corso di un incontro pubblico di matrice politica, da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e, come arcinoto, ex proprietario e Presidente del Milan per un trentennio.

“”, la 'profezia' di Berlusconi, che ha scosso tra ieri sera e questa mattina la stampa e l'opinione pubblica. Si è trattato, però, soltanto di una battuta, l'ennesima proferita da Berlusconi, non nuovo a queste uscite estemporanee, che va sicuramente contestualizzata e non estrapolata per essere rilanciata come scoop o ipotesi percorribile in futuro.

Berlusconi, infatti, stava spiegando, pochi istanti prima di pronunciare quelle parole, come i suoi sondaggisti avessero imputato, oltre che alla sua incandidabilità ed al programma elettorale, anche alla cessione del club rossonero ai cinesi il calo di preferenze ricevute da Forza Italia alle ultime elezioni politiche. Il pubblico lì presente, ha sottolineato 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, ha accolto la battuta con un sorriso.

“Non faccio promesse, ma visto come sta andando la situazione va a finire davvero che lo ricomprerò io!”, ha a quel punto detto Berlusconi che, poi, più seriamente, ha spiegato: “Avevamo molti milanisti che ci votavano e che hanno pensato: 'Si è portato a casa i soldi e non ha guardato a chi dava il Milan che ora ci fa venire il mal di stomaco ogni volta che lo vediamo'”.

Berlusconi, da quando non è più il patron del club di Via Aldo Rossi, non ha mai lesinato critiche sul mercato, sul gioco della squadra, sul modulo schierato da Vincenzo Montella prima e da Gennaro Gattuso, suo pupillo, poi. Mai, però, aveva parlato al futuro, bensì soltanto al passato: per 'Tuttosport', però, un suo ritorno al vertice del Milan appare impossibile poiché i costi di gestione della società, molto alti e non più sostenibili dalla sua famiglia, erano stati tra le cause primarie della cessione del Milan ai cinesi.

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