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Italia: Buffon e De Rossi, addio tra lacrime e nervosismo

Daniele Triolo

Gianluigi Buffon, così come Andrea Barzagli e Daniele De Rossi, lascia la Nazionale: la reazione degli azzurri al termine della gara contro la Svezia

Italia-Svezia 0-0: agli azzurri, in quel di San Siro, non è riuscita la rimonta sulla selezione scandinava che, forte dell'1-0 conquistato a Solna, si qualifica per i Mondiali di Russia 2018 lasciando .

I giornali, sportivi e non, in edicola questa mattina, danno ampio spazio alle dichiarazioni dei senatori azzurri: già, perché per Gianluigi Buffon (classe 1978), Andrea Barzagli (1981), Daniele De Rossi (1983), e, forse, Giorgio Chiellini (1984), quella di ieri contro la Svezia è stata la loro ultima presenza con la maglia azzurra.

Buffon, che il 29 ottobre 1997, in occasione del playoff contro la Russia, aveva contribuito alla qualificazione dell'Italia ai Mondiali in Francia, lascia con l'amaro in bocca ed un fiume di lacrime: “Dispiace non per me, ma per il movimento – ha detto il capitano dell'Italia al termine del match, così come riportato oggi da 'La Gazzetta dello Sport' -. Abbiamo fallito, quando invece anche a livello sociale poteva essere importante. Questo è l'unico rammarico che ho, non certo perché chiudo. Ma il tempo è tiranno, passa, ed è giusto così. . Ventura sarà il capro espiatorio ma lo sport insegna a perdere ed a vincere in gruppo. Il C.T. ha le colpe che abbiamo noi e tutti quelli che hanno fatto parte di questa spedizione. Non siamo riusciti ad esprimere il meglio, ma c'è futuro per il calcio italiano – ha incalzato piangendo Buffon -, perché siamo testardi, caparbi. Lascio ragazzi in gamba che faranno parlare di loro, da Mattia Perin a Gigione Donnarumma. Vorrei dare un grande abbraccio a chi mi ha sostenuto, i miei Barzagli, Chiello, il mio Lele, il mio Leo e tutti quelli con cu ho condiviso gli ultimi dieci anni. Abbiamo forza ed orgoglio, troveremo il modo di rialzarci”.

Così, invece, De Rossi, che, nella ripresa, ha dimostrato un palese nervosismo rifiutandosi di entrare in campo ed incoraggiando, invece, il C.T. a mettere un altro attaccante al suo posto: “Momento nero per il nostro calcio – ha detto il centrocampista della Roma -, per noi che abbiamo fatto parte di questo biennio c'è poco da dire. Bisogna ripartire dallo spirito che i miei compagni hanno messo in campo. Non meritavamo di uscire per quanto fatto in questi 180 minuti, c'era un'atmosfera funebre che non si addice ad una partita di calcio. Doloroso pensare che è l'ultima volta che mi sono tolto questa maglia. L'episodio che mi ha riguardato? Dicevo 'dobbiamo vincere e fare gol, mandiamo gli attaccanti a scaldarsi'. E' un discorso tattico, non è che non volessi entrare: mi scuso, non ce l'avevo con nessuno, forse non spettava a me dirlo, ma in quel momento era quello che sentivo”.

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