INTERVISTE

Galliani: “Van Basten come la Madonna: quando lo vedo, mi inginocchio”

Daniele Triolo

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza ed ex dirigente del Milan per oltre trent'anni, si è raccontato ai microfoni di 'DAZN'

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza ed ex dirigente del Milan per oltre trent'anni, si è raccontato ai microfoni di 'DAZN', nell'ambito del format 'DAZN Heroes', per l'appuntamento denominato 'Il giorno del Condor'. Ecco, dunque, uno stralcio delle dichiarazioni più interessanti di Galliani: troverete sull'app di 'DAZN' i contenuti completi.

Galliani tra passato, presente e futuro

Sul suo primo approccio al calcio: "Ero un ragazzino di Monza che aveva capito di non poter giocare a calcio perché era scarso, ma voleva stare nel mondo del calcio. Non avendo previsto di poter fare l’arbitro, da ragazzino quando mi veniva chiesto “cosa vuoi fare da grande?”, io rispondevo “il Presidente del Monza”".

Sulla squadra brianzola: "Il Monza è la squadra del mio cuore e della mia città, la squadra che tifo da quando avevo cinque anni. Questo è il sogno della mia vita: che sia in Serie D, C, B o A non toglie nulla alla mia passione. La vittoria della Serie C mi ha dato la stessa gioia della vittoria della Serie B. La Serie A, certo, è qualcosa di incredibile, ma la mia passione prescinde dal campionato di appartenenza.  Quando vedo che Milan, Monza, Napoli - in ordine alfabetico - sono nella stessa lista delle squadre del campionato, ancora non ci credo. È il sogno di tutta una vita che si è realizzato".

Su come ama agire in sede di calciomercato: "Con il tempo ho capito che se vuoi vendere, allora devi vendere a inizio mercato; se vuoi comprare, devi comprare nelle ultime ore di mercato. Questo perché, una cosa comune che hanno tutte le società d’Europa, è avere più giocatori di quanti ne abbiano effettivamente bisogno. Tutti abbiamo, chi più chi meno, giocatori in esubero. Un’ora prima della chiusura riesci quindi a portare a casa giocatori che non saresti mai riuscito ad avere prima – da questa intuizione nascono i famosi “giorni del Condor”".

Su Marco van Basten, bomber del Milan tra gli anni 80 e 90: "Il Milan ha avuto otto Palloni d’oro, ma resta nel mio cuore in maniera indelebile Marco van Basten. Ha vinto solo tre Palloni d’oro perché ha smesso a 28 anni di giocare per un problema alla caviglia ed io penso che se avesse continuato ne avrebbe vinti lo stesso numero di Lionel Messi o Cristiano Ronaldo. È l’unico giocatore per cui, quando lo vedo, mi inginocchio ancora. Lui ride ma io gli dico che per me è come la Madonna! Per me è il giocatore più forte tra tutti i giocatori che sono passati al Milan e al Monza".

Sul suo rapporto con i giocatori del suo Monza: "Nella buona o cattiva sorte, si vinca o si perda, loro spesso mi dicono “Uno di noi, Galliani uno di noi”. Io ero proprio uno di loro, anzi sono rimasto uno di loro".

Su cosa lo motiva ogni giorno ad andare avanti nel mondo del calcio: "Bisogna avere passione, qualunque attività si faccia bisogna avere passione. Il calcio è stata la mia grande passione della vita. La passione per il Monza è qualcosa che mi porterò dietro per sempre". Milan, per Leao pronta "una proposta eccezionale". Le ultime news >>>


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