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Gazidis: “Milan, con scouting e nuovo stadio torni tra le Big. Maldini unico”

Renato Panno

ULTIME NOTIZIE AC MILAN NEWS - Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan, ha parlato dell'importanza del nuovo stadio per il futuro

ULTIME NOTIZIE AC MILAN NEWS - Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan, ha parlato dell'importanza del nuovo stadio per il futuro. Queste le sue dichiarazioni rilasciate a 'The Athletic': "Sono rimasto davvero colpito dalla passione di questo posto. Non era solo architettura. La passione è stata straordinaria".

Sulla possibilità di modernizzare San Siro: "L’abbiamo guardato a lungo. Probabilmente sarebbe stato più facile, forse più economico, ma in realtà, la cosa giusta da fare è costruire uno stadio moderno e leader a livello mondiale che possa essere un nuovo simbolo per una città moderna e lungimirante. Una città che abbraccia il calcio. E che vuole essere di nuovo al vertice. Questo è essenziale"

Sugli introiti dello stadio di proprietà: "In termini puramente commerciali, si tratta di 70 milioni di euro extrache puoi spendere per i giocatori ogni anno. È anche una grande differenza rispetto ad altre squadre italiane. Un nuovo stadio ti dà tutti gli strumenti per riportare il Milan tra le grandi forze del calcio italiano ed europeo".

Sull'importanza del nuovo stadio non solo in termini economici: "Gli stadi moderni sono più inclusivi. Hai più donne e più bambini. Sono più diversificati. Hai strutture per disabili completamente diverse. L’esperienza che le persone vogliono tra 10, 15, 20 anni è diversa dall’esperienza che vogliono oggi, che è diversa dall’esperienza che hanno avuto 5 o 10 anni fa. Questo processo non riguarda solo i 70 milioni di euro. Si tratta di mantenere la rilevanza per il futuro ed essere in grado di abbracciare i fan che vogliamo abbracciare perché questa è una community".

Sul sindaco Sala e sulla collaborazione con l'Inter: "La nostra partnership con l’Inter su questo progetto è stata molto forte. Sono lieto di poter dire che abbiamo un sindaco, Giuseppe Sala, che comprende davvero l’identità della città come città globale, come centro globale e come leader in Europa. Ha lavorato duramente per trovare soluzioni creative per realizzare questo obiettivo, mostrando responsabilità per la città, i suoi bisogni e la prossima generazione di persone e cittadini".

Sulla rinascita del Milan: "La mia ambizione è quella di riportare il club ai suoi livelli. E' un'opportunità magica per me, ho passato gli ultimi 18 mesi a capire come rafforzare la squadra, come creare un nuovo Milan. Ma uno che ha tutti i valori del Milan. Quel Milan che tutti amiamo e che conosciamo attraverso la storia del calcio".

Sui cicli: "Lo abbiamo visto con il Liverpool. Hanno attraversato un periodo molto lungo e impegnativo, ma il legame con il club è rimasto lì pronto per essere ripristinato".

Sul calcio italiano: "Spogliandosi delle emozioni, chiunque guardi al Milan e al calcio italiano può vedere le sfide. Ma quello che ho trovato sono sorprese in termini di opportunità. Conosciamo la tabella di marcia per riportare in alto il Milan"

Sulla situazione finanziaria all'arrivo di Elliott: "La posizione finanziaria era tale che alla fine abbiamo dovuto accettare l'esclusione dall'Europa. Tutti i soldi che stavamo perdendo erano principalmente riferiti agli stipendi dei giocatori e alle commissioni di trasferimento che erano molto alte e non si riflettevano nelle prestazioni della squadra. Questa è la grande sfida del calcio. Dobbiamo essere molto più efficienti nel modo in cui utilizziamo i soldi che abbiamo e dobbiamo migliorare le prestazioni della squadra".

Sulla strategia del club: "Non volevo che la nostra identificazione del giocatore fosse guidata dagli agenti. Volevo avere il giusto tipo di supporto e collaborazione per i nostri direttori e questo significava avere un'operazione di scouting di livello mondiale, in particolare concentrata sui giovani giocatori perché quello sarebbe stato il cuore della nostra strategia. Significava anche avere un'operazione analitica di livello mondiale che è sempre più ed estremamente importante".

Su Maldini: "Quando crede in qualcosa, non si ferma. Non c’è nessuno come Paolo Maldini  per convincere un giocatore a venire al Milan e per far crescere la sua carriera calcistica in questo grande club. Oltretutto, ha ancora il potere del nome 'Milan', che nel calcio di oggi significa ancora qualcosa".

Sulla filososia del club: "Cambiare pensiero e metodologia non è stato facile, però adesso quando guardiamo i risultati di questo lavoro e vediamo un Milan con tanti giovani talenti che non ancora raggiunto il loro top, ma penso che i tifosi del Milan siano abbastanza intelligenti per capire che c'è un progetto calcistico in costruzione che va in una direzione molto chiara".

Sulle voci di una guerra interna al club: "C'è un solo Milan. Il Milan è sopra a tutti. È al di sopra di ogni tipo di interesse personale. Il successo del Milan è l'obiettivo comune. Non c'è da litigare per questo. I risultati sono migliori quando abbiamo dibattiti. Quando abbiamo disaccordi, mettiamo in discussione abilità e prospettive diverse perché abbiamo tutte queste sfide. Abbiamo le sfide finanziarie. Abbiamo le sfide per progredire sul lato del calcio".

Sul calcio femminile: “Elliott supporta il movimento del calcio femminile. Io sono orgoglioso che siamo capaci di dire alle nostre ragazze di prendersi cura di loro stesse, di allenarsi e il nostro impegno verso il calcio femminile non cambierà. Sarà ancora più forte di prima".