INTERVISTE

Colombo: “Ibrahimovic mi chiamava Hulk. Ecco cosa mi ha insegnato”

Daniele Triolo

Lorenzo Colombo, attaccante del Milan in prestito al Lecce, ha parlato anche dei suoi trascorsi rossoneri a 'Tuttosport'. Le sue dichiarazioni

Lorenzo Colombo, classe 2002, attaccante del Milan in prestito al Lecce in questa stagione, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'Tuttosport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Colombo ricorda il suo primo impatto con il Milan

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Sul primo contatto di Colombo con il mondo del calcio: "Il mio primo contatto con la palla fu da piccolino, a tre anni quando giocavo nel cortile di casa con mio fratello ed alcuni amichetti. A cinque anni inizio a giocare con la Buraghese, una squadra di Burago di Molgora, un comune di 4mila abitanti della provincia di Monza e Brianza. Fui subito segnalato al Milan che mi portò nella squadra dei Pulcini. Ricordo che fui il terzo bambino preso dai rossoneri per la nidiata dei 2002".

Sulla crescita nel settore giovanile del Milan: "Il settore giovanile è stato fondamentale per quanto mi riguarda. Mi ha permesso di fare la scalata dall'Under 17 alla Primavera fino ad arrivare in Prima Squadra. Un sogno per ogni bambino cresciuto in quel vivaio. Non è stato facile, comunque, perché nel corso della mia giovane carriera ho dovuto superare diversi ostacoli ...".

Sugli ostacoli affrontati finora: "Una frattura da stress al quinto metatarso del piede destro che mi ha obbligato prima ad un intervento chirurgico, poi la rinuncia ai Mondiali Under 17 e tre mesi di stop. Quella circostanza avrebbe potuto abbattermi, invece ha contribuito a rendermi più forte mentalmente. Ritorno che dopo il mio ritorno in campo realizzai nel Campionato Primavera 2 qualcosa come 7 reti in 5 partite, il tutto per un bottino complessivo nel torneo di 9 gol in 6 gare".

Tra esordi importanti e prima rete con il Diavolo

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Colombo sui suoi primi passi nel Milan 'dei grandi': "Fu veramente incredibile. Avevo 18 anni ed esordii con la maglia del Milan prima in semifinale di Coppa Italia, contro un avversario fortissimo come la Juventus di Cristiano Ronaldo allo 'Stadium' e, qualche settimana dopo, anche in Serie A a 'San Siro' contro il Bologna".

Sul gol in Milan-Bodø/Glimt dei preliminari di Europa League: "Arrivò anche la mia prima presenza nel preliminare di Europa League contro il Bodø/Glimt. Realizzai il mio primo gol con la maglia rossonera. Peccato per lo stadio vuoto, ma fu un sogno diventato realtà. Ricordo che fui schierato titolare per una serie di circostanze: la positività al coronavirus di Zlatan Ibrahimovic e la squalifica di Ante Rebic".

L'importanza di Zlatan Ibrahimovic

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Sull'avere Ibrahimovic come compagno di squadra: "Esperienza importante e fondamentale. Viverlo quotidianamente mi ha permesso di conoscerlo molto bene. È un uomo simpaticissimo, ma allo stesso tempo riesce a tenere alto il livello di attenzione e di qualità nello spogliatoio. Da lui ho imparato la cura dei dettagli: alimentazione, allenamento e mentalità. Ibra mi ha fatto capire che ogni giorno è importante, per noi calciatori, perché ogni giorno è decisivo per la nostra crescita, in campo e fuori. Con lui ho avuto un buon rapporto, mi ha dato anche un soprannome. Mi chiamava Hulk!".

Il presente si chiama Lecce

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Sul suo trasferimento al Lecce dopo i prestiti a Cremonese e Spal: "Quando ti chiama un dirigente come Pantaleo Corvino non puoi che essere entusiasta. Mi ha fatto capire che credeva molto nelle mie capacità e nelle mie qualità, puntava forte su di me. Il mio obiettivo è ricambiare tutta la sua fiducia in campo".

Sull'allenatore Marco Baroni: "Il mister mi sta dando tantissimo. Mi aiuta a combattere le pressioni. Mi parla sempre e mi fa capire in cosa devo migliorare. Io lo ascolto con tanta attenzione: so che tutto quello che fa e che dice è per il bene mio e dei miei compagni".

Su Samuel Umtiti, campione del mondo nel 2018 con la Francia: "Samuel è un ragazzo di un'umiltà impressionante e un professionista esemplare. Allenarsi con un calciatore, specialmente con un difensore, come lui è sinonimo di crescita. È fondamentale per noi attaccanti".

Sulla città di Lecce e sui leccesi: "La verità? Non mi aspettavo una città bella e unica. Non credevo di trovare gente così tanto calorosa, non solo in strada, ma anche sugli spalti. Qui c'è un ambiente magico: viene automatico dare tutto in campo per questa tifoseria che ti fa sentire a casa. Lecce è tanta roba!". Mercato Milan, fari puntati sul nuovo Leao: cifre e dettagli >>>