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CALCIOMERCATO

Il saluto ad Alessio Romagnoli, Capitano del 19esimo Scudetto del Milan

Kenneth Malandrin

Le strade di Alessio Romagnoli e quelle del Milan si sono separate. Come doveroso, salutiamo il capitano del 19esimo Scudetto rossonero

Il 30 Giugno 2022 al Milan si è chiusa un'era: data la scadenza del contratto, Alessio Romagnoli lascia il Diavolo dopo ben 7 anni di onorato servizio, 247 presenze in rossonero e uno Scudetto vinto da Capitano. Alessio lascia nel migliore dei modi, ma nonostante ciò il suo nome troppo spesso non gode del rispetto che meriterebbe.

Questione di fiducia

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Alessio Romagnoli arriva al Milan nell'estate del 2015. Voluto fortemente dall'allora tecnico rossonero Sinisa Mihajlovic, il patron Berlusconi spende ben 25 milioni di euro per portare il 20enne a Milano. Il centrale di Anzio arriva con la pressione di dover dimostrare; si è sempre parlato gran bene del suo potenziale e se il Milan ha deciso di investirci così tanto un motivo dovrà pur esserci. Ed effettivamente, per anni Romagnoli si distingue come uno dei pochi raggi di sole nelle deprimenti stagione di burrasca milanista. Le annate con Mihajlovic e Montella sono un disastro sotto il punto di vista del collettivo, ma Alessio riesce sempre a dimostrare di che pasta è fatto, ripagando la fiducia in lui riposta.

Successivamente, arriva la fantomatica estate degli acquisti cinesi; in mezzo all'ennesima tempesta Capitan Romagnoli (che allora non era ancora capitano) decide di non abbandonare la nave, pur non sapendo quale sarebbe stata la vera meta di essa. Di fatto Romagnoli firma un rinnovo di contratto per amore del Milan, rifiutando lidi ben più rosei (Chelsea e Juventus) che gli avrebbero garantito un ingaggio altrettanto degno ma prospettive di carriera decisamente migliori.

Tutto cambia, o quasi...

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Durante il corso della stagione 2017/18, dopo l'esonero di Montella, siede sulla panchina del Milan Rino Gattuso. Agli albori dell'annata 18/19 la leggenda rossonera nomina Alessio capitano, riconoscendone professionalità e valori umani di livello. Per Romagnoli questa stagione si rivelerà come una delle migliori per il livello delle prestazioni; nonostante ciò, essa culmina con la cocente delusione della Champions sfumata all'ultima giornata.

Ingoiato l'ennesimo boccone amaro, Romagnoli non può nemmeno immaginare quello che il futuro gli prospetta. Dalle tenebre Giampaoliane al Rinascimento targato Pioli. Dal 5-0 di Bergamo, affrontato con la fascia di capitano al braccio, quasi come a simboleggiare l'eterno ed inevitabile tormento della storia d'amore tra il Diavolo e Alessio, all'estasi suprema di Reggio Emilia. Dalla titolarità imprescindibile, alle staffette con il carneade Kalulu. Dall'essere uno dei beniamini dei tifosi, sino ai primi mugugni.

Nel mezzo di questo vortice di cambiamenti, ciò che è sempre rimasto intatto è il valore del Romagnoli uomo. Mai una parola fuori posto, mai portato un problema alla sua squadra. L'unica colpa a lui concretamente imputabile può essere quella di non aver rispettato a pieno le prospettive sul suo potenziale calcistico, ma ad ogni modo ci sentiamo di ringraziare Alessio Romagnoli. D'altronde, lo sciagurato battello rossonero che seguiamo con tanta passione, lo ha avuto saldamente al timone per moltissimo tempo e, sempre Romagnoli, ci ha rappresentato nel momento di godimento più alto degli ultimi 10 anni, dopo aver condiviso con noi infinite umiliazioni.

Ciao Alessio

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In conclusione, è giunto il momento di salutare Alessio Romagnoli che a differenza di altri, ha sì lasciato il club a parametro zero, ma con la prospettiva di giocare da titolare per la squadra per cui ha sempre fatto il tifo.

Dalla famiglia milanista, Alessio Romagnoli merita solamente un affettuoso saluto, accompagnato dalla dolcezza del ricordo dei traguardi raggiunti assieme. Le top news sul Milan di oggi: le novità di mercato, le ultime sul rinnovo di Leao >>>

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