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Milan, vietato mollare: la strada per l’Europa passa da Bologna

Renato Boschetti

I numeri recenti sono impietosi: il Milan, con la battuta d’arresto di ieri, giunge in sole due settimane alle terza sconfitta consecutiva in campionato...

Il tecnico milanista Vincenzo Montella, nel post-partita di Milan - Sampdoria di ieri, è stato chiaro: “io sono sereno e credo nella qualificazione alla prossima Europa League”, ed ha esortato la squadra a fare altrettanto.

Tuttavia, da quando ha assunto la guida tecnica del Milan, questo è certamente il periodo più difficile per il mister campano. I numeri recenti sono impietosi: il Milan, con la battuta d’arresto di ieri, giunge in sole due settimane alle terza sconfitta consecutiva in campionato cui si deve aggiungere l’eliminazione per mano della Juventus dalla Coppa Italia.

Lo stato di crisi è certificato dall’andamento complessivo delle ultime sette gare di campionato:  1 sola vittoria all’attivo, per giunta di misura e maturata quasi allo scadere con il Cagliari, 5 punti ottenuti (con soli 5 gol fatti e 8 subìti) e crollo verticale in classifica, dal terzo posto in solitudine all’attuale settimo in coabitazione con la Fiorentina impegnata domani sera a Roma.

Il cammino in campionato, a tratti esaltante sino a due mesi fa, si è fatto ora terribilmente complicato:  con questo negativo ruolino di marcia il Milan non è ora più padrone del suo destino che si vorrebbe europeo e, oltre a vedersi costretto a vincere con continuità, deve sperare negli insuccessi di Inter, Atalanta, Lazio ed anche della Fiorentina per recuperare posizioni da Europa League in classifica.

Diventa così cruciale, per  valutare la capacità di reazione dei rossoneri, il recupero della diciottesima gara di campionato contro il Bologna in programma mercoledì sera al Dall’Ara.

Il Milan è chiamato ad una vittoria che ponga fine alla grave mancanza di risultati e dia fiducia ad un gruppo cui il fato, come dice l’Aeroplanino, ha dichiaratamente voltato le spalle.

 

Gli infortuni a catena in difesa che privano i rossoneri dell’intera batteria di terzini, costringendo Montella ad acrobazie tecnico-tattiche, il grave stop cui è costretto Bonaventura, certamente l’uomo di maggior classe e personalità della rosa rossonera, qualche legno di troppo colpito dagli attaccanti e le ultime non felicissime decisioni arbitrali sono certamente alibi da tenere in considerazione ma non possono da soli motivare un simile crollo.

La ricetta è la fiducia in sé stessi e il lavoro: come ben sottolineato da Montella ieri in conferenza stampa, occorre che tutti – tecnico compreso – si diano un po' più da fare.

Meno chiacchiere e più sostanza, per ritrovare umiltà, senza abbattersi ma cercando – da gruppo unito – di uscire da una situazione negativa per ritrovare lo spirito di Doha.

Montella ha dimostrato, schierando la difesa mascherata a tre con Kucka fluidificante, di sapersi per primo mettere in discussione per trovare soluzioni alternative alle assenze forzate ed alla crisi di risultati.

Serve ora lasciare da parte le rigidità tattiche e fornire uno sbocco maggiore alla manovra offensiva affiancando allo spento e svogliato Carlos Bacca lo scalpitante – ma spesso troppo sciupone - Gianluca Lapadula: del resto l’ultima vittoria in campionato è giunta con i due attaccanti in campo a confezionare l’azione vincente felicemente finalizzata dal colombiano.

Medesimo nuovo atteggiamento è da richiedere ai ragazzi in campo, dai quali ci sia aspetta massima concentrazione (i palloni malamente persi da Manuel Locatelli a Udine e Cristian Zapata ieri sono costati due reti)  e maggiore concretezza, specie dagli esterni di centrocampo.

Il recupero di mercoledì sera a Bologna, contro i ragazzi di mister Donadoni che nelle ultime sette gare sono stati sì travolti da Juventus e Napoli ma hanno tuttavia saputo raccogliere undici punti, diventa pertanto uno snodo fondamentale per il campionato dei rossoneri; serve un Milan sereno ma affamato, attento e umile, che deve vincere per lasciarsi definitivamente alle spalle questo periodo troppo sfortunato e per tornare a correre verso l'obiettivo europeo.

Enrico Maggioni

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