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Due colpi mancati ed un interrogativo: Milan verso il cambio modulo?

Daniele Triolo

Il mercato del Milan è stato roboante ma in organico mancano un centrocampista ed un esterno. Vincenzo Montella pensa di virare su un altro sistema di gioco

Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, solerti dirigenti del nuovo Milan 'cinese', hanno condotto una campagna acquisti estiva da mille ed una notte: in difesa sono arrivati il portiere Antonio Donnarumma, poi Andrea Conti, Mateo Musacchio, Leonardo Bonucci e Ricardo Rodríguez; a centrocampo, Franck Yannick Kessié, Lucas Biglia e Hakan Çalhanoğlu; in attacco, André Silva, Fabio Borini e Nikola Kalinić. Una squadra intera, quasi tutta titolare, per un gruppo che punta, decisamente, alla conquista di un posto in Champions League ed ad andare più avanti possibile in Europa League, competizione che il Milan non ha mai vinto nella sua storia.

A ben guardare, però, nonostante i tifosi milanisti possano ritenersi ampiamente soddisfatti dell'operato del manager torinese e del direttore sportivo calabrese, che hanno saputo restituire grande entusiasmo e voglia di calcio ad una piazza da troppo tempo sopita nell'amore e nel calore, nell'organico rossonero mancano, a conti fatti, due elementi che, con l'attuale sistema di gioco adottato dal tecnico Vincenzo Montella, il 4-3-3, sarebbero stati di vitale importanza. Ovvero, un altro centrocampista dalle spiccate caratteristiche difensive, per dare il cambio a Kessié, ed un esterno destro d'attacco (anche di piede mancino), che possa far rifiatare lo spagnolo Suso.

“A gennaio non ci tireremo indietro”, ha profetizzato Mirabelli, tranquillizzando, così, l'umore dei sostenitori più accesi del Milan, ma è fuori discussione come, ora, il compito più gramo spetti proprio a Montella: amalgamare undici elementi nuovi non sarà facile, così come gestire Kessié e Suso in mancanza di alternative di livello. Juraj Kucka, nella fattispecie, avrebbe fatto ancora comodo a questa squadra, ma l'offerta del Trabzonspor (5 milioni di euro per un 30enne costato poco più della metà di quella cifra) era troppo ghiotta per non essere rifiutata. E la cessione di M'Baye Niang al Torino per quasi 20 milioni di euro tra prestito, obbligo di riscatto e bonus, è arrivata troppo tardi per poter pensare di imbastire una trattativa concreta per un 'backup' dello spagnolo di caratura internazionale.

Ecco perché, a nostro avviso, esaminando meglio, e nel dettaglio, la rosa rossonera, Montella potrebbe presto optare per un cambio di modulo, virando per esempio su un 4-2-3-1, già visto a gara in corso in questo scorcio iniziale di stagione quando il turco Çalhanoğlu, in particolare, si accentra tra le linee avanzando il proprio raggio d'azione, oppure, meglio ancora, verso un 3-4-2-1. Questo perché c'è abbondanza di centrali (oltre i neo-acquisti Bonucci e Musacchio ci sono ancora in rosa Alessio Romagnoli, Cristián Zapata, Gabriel Paletta e Gustavo Gómez), perché Conti e Rodríguez potrebbero dominare la fascia per intero così come erano abituati a fare con Atalanta e Wolfsburg, e perché potrebbero essere impiegati in contemporanea, e nel loro ruolo prediletto, due trequartisti a discrezione di Montella tra Suso, Giacomo 'Jack' Bonaventura e lo stesso Çalhanoğlu. Davanti, poi, con Kalinić, Silva e la rivelazione Patrick Cutrone ci sarebbe soltanto l'imbarazzo della scelta.

Con un 3-4-1-2, poi, giocherebbero due punte su tre. Di certo, giocare con un centrocampo a tre con la 'coperta corta' in mezzo al campo (siamo certi che vedremo spesso impiegato il 20enne, promettente Niccolò Zanellato), e senza esterni di ruolo eccezion fatta per Suso e Borini, con tre competizioni e tante forze da gestire, potrebbe rivelarsi un clamoroso autogol. Montella, questo lo sa, e studierà certamente la soluzione migliore per un Milan d'altri tempi. Cioè vincente.

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