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Da Fininvest ai cinesi: Milan, un bilancio di ciò che che è cambiato

Donato Bulfon

Ecco quanto accaduto dopo 31 anni in casa Milan: ripercorriamo gli ultimi momenti dell'epopea Berlusconi, il cambio di proprietà, i primi mesi dei cinesi
02:24 min

Il 2017 è stato per il Milan un anno davvero epocale, che ha sancito il definitivo passaggio di proprietà del club rossonero dalle mani di Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, a quelle di Yonghong Li, imprenditore cinese che lo scorso aprile ha rilevato la società rossonera dopo i 31 anni della precedente gestione.

CHI E’ YONGHONG LI - Nato nel 1969 e originario del Guangdong, Li Yonghong possiede a nome suo e della moglie, Miss Huang, alcune partecipazioni in aziende del packaging, ma anche miniere di fosfati ed asset nel real estate. Quest'ultima attività è quella di maggior importanza per l'imprenditore, possiede una quota (il 28% in via indiretta) del New China Building, un grattacielo situato a Guangzhou; la quota di Li Yonghong varrebbe circa 280 milioni di euro. Il suo patrimonio ammonterebbe a 504 milioni di euro in Cina. È inoltre socio di maggioranza della Guizhou Fuquan Group, società attiva nell'estrazione mineraria, lavorazione e vendita di prodotti in fosforo, proprietaria della più grande miniera di fosforo cinese. Questo, almeno, quello che risulta dai documenti ufficiali.

IL LUNGO CLOSING – Ma torniamo allo scorso  5 agosto 2016, quando  una cordata di imprenditori cinesi guidata da Li Yonghong, firma un contratto preliminare con Fininvest per la compravendita dell’intera partecipazione del Milan, pari cioè al 99,93%, detenuta dalla stessa Fininvest  e valutata 740 milioni di euro (comprensiva di una situazione debitoria stimata in 220 milioni di euro). La società veicolo costituita dalla cordata cinese, la Sino-Europe Sports Investment, versa una caparra di 100 milioni (di cui 15 alla firma e 85 entro 35 giorni). Il closing è fissato per il 13 dicembre, ma viene rinviato al 3 marzo 2017 come termine ultimo dopo che la Sino-Europe versa a Fininvest un'altra caparra da 100 milioni. Il 3 marzo, però, il closing non viene perfezionato e il contratto tra le due parti scade. Nei giorni seguenti, Li Yonghong firma un nuovo accordo con Fininvest, fissando al 14 aprile la data per il closing a fronte del versamento di un'ulteriore caparra di 50 milioni[6] (più un'obbligazione da 50 milioni). Dopo di questo, la Sino-Europe viene formalmente sostituita dalla Rossoneri Sport Investment Lux, una società veicolo lussemburghese facente riferimento allo stesso Li Yonghong. Il giorno seguente viene reso noto che l'imprenditore cinese si è fatto prestare 303 milioni da un fondo d'investimento gestito da Elliott Management Corporation per onorare gli impegni assunti verso Fininvest e completare il closing. Il 13 aprile 2017 la Fininvest comunica di aver ceduto alla Rossoneri Lux la totalità delle azioni in suo possesso nel Milan.] Il giorno seguente l'assemblea dei soci elegge il nuovo consiglio d'amministrazione, nominando Li Yonghong presidente del club rossonero, con Marco Fassone nuovo amministratore delegato e Massimiliano Mirabelli nuovo direttore sportivo. Nel corso dei mesi successivi, sono stati pian piano sostituiti i vari membri dello staff dirigenziale e tecnico, ed il ritorno di alcune vecchie glorie, come ad esempio, l’entrata in società di Christian Abbiati come club manager e l’arrivo sulla panchina della Primavera di Gennaro Gattuso.

IL MERCATO E I PRIMI MESI STAGIONALI – Con la presa dei poteri della nuova proprietà, il Milan ha continuato la propria stagione cercando di centrare l’obiettivo del ritorno in Europa, raggiunto grazie alla vittoria per 3-0 sul Bologna dello scorso 21 maggio. Rossoneri dunque in Europa dopo oltre 3 anni, e si apprestano a portare avanti un calciomercato scoppiettante per ritornare agli antichi fasti. Come prima cosa, viene quindi rinnovato il contratto al tecnico Vincenzo Montella, costretto poi ad affrontare, assieme al duo dirigenziale Fassone-Mirabelli, la grana del rinnovo di Gianluigi Donnarumma. In un primo momento le cose sembrano precipitare, con il manager del portiere, Mino Raiola, che annuncia come il suo assistito non voglia rinnovare. Apriti cielo: sul giocatore, impegnato con la Nazionele Under 21 agli Europei, piovono insulti da tutte le parti. Ma nelle settimane successive, i buoni uffici di Fassone, ricuciono lo strappo tanto che Donnarumma firma il rinnovo fino 2012 a 6 milioni a stagione già nei primi giorni di luglio. Nel frattempo il Milan porta avanti un mercato sontuoso, fatto di undici nuovi acquisti, cioè Musacchio, Ricardo Rodriguez, Kessié, Antonio Donnarumma, André Silva, Conti, Bonucci, Biglia, Borini, Calhanoglu e Kalinic. Se i primi mesi sembrano scivolare come nelle previsioni, con i turni preliminari di Europa League passati agevolmente e le prime due gare di campionato vinte, con il mese di settembre iniziano i problemi. La sconfitta contro la Lazio e le successive contro Sampdoria, Roma, Inter, Juventus e Napoli, fanno incrinare il rapporto tra la dirigenza e Montella che, dopo uno scialbo pari interno contro il Torino, viene esonerato. Al suo posto c’è Gennaro Gattuso che, però, non inizia benissimo la propria avventura sulla panchina rossonera. Il pari di Benevento, con il gol del portiere Brignoli a tempo scaduto, è ormai passato alla storia, mentre le due ultime pesanti sconfitte contro Hellas Verona ed Atalanta sono roba fresca soltanto di qualche giorno.

TANTI DUBBI SU YONGHONG LI – I sonno dei rossoneri, però, vengono turbati, intanto, dalle insinuazioni emerse sulla stampa estera e nostrana relative alle proprietà del presidente milanista Yonghong Li. Il New York Times, secondo una propria indagine poi ripresa da Repubblica e Gazzetta dello Sport, rivela che la miniera di fosforo accostata all’imprenditore cinese, non sia poi così grande ed è a malapena conosciuta in Cina. Anzi, la stessa non sarebbe di proprietà della famiglia Li, e sarebbe stata venduta da altri imprenditori almeno 4 volte e per ben due volte a costo zero. Inoltre, la famiglia Li oltretutto sarebbe in parte latitante rinchiusa in galera per aver portato avanti irregolarità e truffe verso investitori, borse e governi. La sede centrale della holding principale di Li sarebbe stata trovata dai giornalisti vuota e con uno sfratto esecutivo, mentre le quote della società di Li sarebbero di un altro imprenditore, che sostiene di non conoscere Li. Tanti i dubbi, dunque, sell’effettiva capacità finanziaria del presidente del Milan.

IL VOLUNTARY AGREEMENT – Come prima squadra nella storia, il Milan ha tentato anche di ricorrere al Voluntary Agreement, cioè una procedura, negoziata con lo stesso Comitato Fair Play della UEFA, volta a convincere lo stesso che la situazione debitoria fosse sotto controllo e che ci fosse un piano serio per ridurre i debiti (di bilancio, non quelli dell’azionista verso il Fondo) nei limiti previsti. Ma, dopo l’ottimismo iniziale, ecco la doccia fredda del massimo organismo europeo del calcio, arrivata soltanto qualche settimana fa: Voluntary Agreement bocciato con i rossoneri che saranno costretti a ripiegare sul Settlement, procedura già usata in passato da Roma e Inter.

Non un ottimo inizio dunque per la nuova proprietà cinese del Milan: non resterà che aspettare la prossima puntata di quella che sembra già una vera e propria telenovela.

 

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