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Benevento-Milan, Gattuso: “Era meglio prendere una coltellata”

Daniele Triolo

Gennaro Gattuso affranto al termine della sfida del 'Vigorito' tra Benevento e Milan: “I ragazzi erano disperati: non basta quello che stiamo facendo”

Beffa per il Milan, ieri al 'Vigorito' di Benevento, , e, soprattutto, esordio rovinato, nel ruolo di allenatore rossonero, per Gennaro Gattuso. Il tecnico calabrese, dunque, ha interrotto la tradizione recente, che voleva ogni allenatore del Milan vincente nel giorno del proprio debutto da Carlo Ancelotti (2001) a Vincenzo Montella (2016), passando per Leonardo, Massimiliano Allegri, Clarence Seedorf, Filippo Inzaghi, Siniša Mihajlović e persino Cristian Brocchi. L'ultimo tecnico a non vincere il giorno del suo esordio , il quale, ironia della sorte, iniziò la sua brevissima avventura rossonera con un 2-2 a Brescia.

Al termine della rocambolesca gara nel Sannio, Gattuso si è presentato ai microfoni delle televisioni piuttosto affranto: “In carriera ne ho viste di tutte i colori e questa partita in settimana l'ho sognata tante volte – ha dichiarato 'Ringhio', le cui parole sono state pubblicate oggi da 'La Gazzetta dello Sport' e da tanti altri quotidiani, sportivi e non, in edicola -. Ma un gol del genere, no, neanche in sogno. Forse in un incubo. Anche perché sarebbe stato un sogno in cui non avrei creduto”. Gattuso ha spiegato che, dopo l'espulsione di Alessio Romagnoli per doppia ammonizione, “ per la paura di lasciare spazi: parte tutto dalla paura, dalla testa”.

L'allenatore rossonero ha quindi proseguito nella sua disamina postuma del match, commentando, in particolare, la sostituzione di uno spento Jesús Suso con Cristián Zapata: “Ho rinforzato la difesa perché con i centrocampisti non riuscivamo più a tenere palla e volevo portare la partita a casa – ha detto Gattuso -. Siamo il Milan, e così non basta. Ringrazio i ragazzi per lo spirito, la voglia ed il sacrificio visti durante la settimana ed anche in questa partita ho visto tantissime cose positive. Occorre migliorare, ma adesso non serve alzare la voce e battere i pugni sul tavolo. Ho bisogno di far capire alla squadra che il lavoro paga, non dobbiamo mollare di una virgola”.

Infine, l'amara conclusione: “Certo, sicuramente e che fa male. Era meglio una coltellata che questo gol. ”.

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