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Caso Acerbi, tante chiacchiere ma nessuna squalifica: il calcio italiano…

Francesco Aliperta Redattore 
La sentenza legata al caso fra Acerbi e Juan Jesus vede il difensore nerazzurro uscirne senza alcuna squalifica: un caso molto... italiano

Quest'oggi è arrivata un'altra batosta per il calcio italiano. No, non si è giocata alcuna partita, né della nazionale e né dei club, ma il movimento tricolore ha perso, nuovamente, l'occasione per fare la scelta giusta. Risultano quasi persi nel vuoto i discorsi, trita e ritrita, sull'avanguardia, sul voler tornare a certi livelli, sul voler competere con le altre, ben più forti, leghe. Agli occhi del mondo, il calcio italiano si è dimostrato ancora una volta arretrato, perché per essere al top non basta vincere sul campo.

Parliamo, ovviamente, di quanto accaduto fra Acerbi e Juan Jesus durante il match fra Inter e Napoli. Come sono andate le cose lo sappiamo tutti: il difensore nerazzurro si è rivolto con termini razzisti nei confronti del giocatore azzurro, salvo poi "scusarsi", provando a salvare il tutto sulla linea. Che poi, Juan Jesus stesso ha provato a "difendere"Acerbi, ammettendo la sua discolpa subito dopo il fischio finale del match.

Il giorno dopo, però, il difensore dell'Inter ha negato tutto, costringendo Juan Jesus ad uno "smascheramento social", rivelando a tutti le parole dette proprio da Acerbi. Allora parte la sentenza, le possibili sanzioni, l'esclusione dal ritiro di Spalletti e le chiacchiere (quelle non mancano mai) sui chi ha ragione e chi ha torto.

Lo stile italiano

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Attraverso un perfetto stile tutto italiano, il problema è stato affrontato in modo molto superficiale. Si è preferito nascondere il marcio sotto il tappeto, andando così ad annullare il tanto pubblicizzato, ma forse non sostenuto davvero, slogan del "Keep Racism Out". Qui non parliamo di Acerbi perché giocatore dell'Inter, vogliamo essere chiari evitando fazioni e giudizi a priori, ma di un movimento che continua ad inciampare. Per Acerbi non vi sarà alcuna squalifica: dunque si è passato dalle ben 10 giornate al nulla cosmico. Non sarebbe stata riscontrata alcuna "prova", ma dalle televisioni il labiale è ben chiaro e le proteste di Juan Jesus, con annesso post social in cui spiega il tutto, non sembrano avere alcuna valenza giudiziaria.


Non può esistere che, nel 2024 e nel calcio in generale, le parole dette da Acerbi non abbiano "intento discriminatorio", così come non è possibile che quello fosse "un insulto come un altro". Il calcio italiano si macchia ancora e, per chi fosse scettico, la mancata, e giusta, sentenza pesa tanto quanto la mancata qualificazione ad un Mondiale. LEGGI ANCHE: Milan, chi è Wes Beuvink? Ecco il nuovo osservatore rossonero: i dettagli >>>


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