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Mancini su Balotelli: “Più forte di Adriano, ma deve capire di essere un campione”

Daniele Triolo

Roberto Mancini, intervistato da ‘L’Equipe’, si è espresso su Mario Balotelli: “E’ fantastico, ero certo che sarebbe diventato un fuoriclasse”

Mario Balotelli, dopo stagioni in chiaroscuro tra Liverpool e Milan, sembra rinato a Nizza, con 6 gol tra Ligue 1 ed Europa League. In Francia lo celebrano, la nuova convocazione nella Nazionale azzurra è vicina, ed allora ‘L’Equipe’ ha intervistato il suo ex tecnico, Roberto Mancini, che lo lanciò in Serie A facendolo esordire con la maglia dell’Inter.

“Sembra che tutto il mondo abbia sempre qualcosa da dire su di lui e per Mario a volte può essere pesante – ha spiegato l'ex tecnico dell'Inter, inizialmente riluttante all’intervista -, ma alla fine ho accettato perché sono felice per lui, che sta bene a Nizza. E lui sempre si è comportato molto bene con me”. Balotelli è fantastico – ha raccontato Mancini -, come giocatore e come ragazzo. Nel bene e nel male. Si tratta di un giocatore speciale per me, per tutto quello che ha fatto sul campo, e anche fuori. Io lo rispetto molto. Spero che capisca di avere la possibilità di diventare un giocatore di altissimo livello”.

"Deve fare almeno 20 gol quest'anno – ha continuato Mancini -, ma deve smettere di esultare togliendosi la maglia. Per lui un gol deve essere la normalità". Il tecnico jesino ha poi raccontato gli inizi con il giovanissimo Mario: "L'ho fatto giocare all'Inter quando aveva 17 anni. Io ho esordito in Serie A a 16 anni, e mi piace far giocare i giovani. Mario si è imbattuto in un allenatore che ha il coraggio di far giocare i giovani, ma chiunque avrebbe visto le sue qualità, giocava con sangue freddo. Era impressionante, ero certo che sarebbe diventato un fuoriclasse”.

“Nella stagione del debutto (2007-08) era eccellente in allenamento e in partita, piaceva a tutti all'Inter – ha aggiunto Mancini -. Quando si fece male Ibrahimovic nella seconda parte della stagione, utilizzai spesso Balo e divenne importante. Giocò titolare all'ultima contro il Parma e divenne campione d'Italia al primo anno. Non ha retto la pressione a 17 anni. E' un bravo ragazzo, impossibile non volergli bene. Mi dispiace che abbia perso del tempo, con le sue qualità avrebbe dovuto fare meglio. Se capisce che il Nizza gli ha dato una grande opportunità…La carriera va via veloce, deve solo pensare a lavorare”. Mancini ha paragonato Balotelli ad un altro talento sprecato: “Mi ricordo Adriano, l'ho allenato all'Inter e poteva diventare una stella, ma si è perso. Chi il più forte? Balotelli. Adriano usava a suo vantaggio l'incredibile forza fisica, ma Mario ha qualità tecniche che Adriano non aveva”.

“Quando andai al Manchester City dissi ai dirigenti di acquistarlo. Si doveva adattare a un nuovo calcio e in tanti lo provocavano: i tabloid adoravano Mario. Gli parlavo e ascoltava, ma qualche volta le parole gli entravano da una parte e uscivano dall'altra. Mi faceva sorridere perché è un bravo ragazzo. Speravo sempre che stesse apposto il giorno della partita – ha confessato infine Mancini -, non ero uno psicologo, ma più una sorta di fratello maggiore. Anche se ha l'età dei miei figli, non è un rapporto padre-figlio. Spero, da fratello maggiore, che torni ad essere un grande giocatore”.

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