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INTERVISTE

Totti: “Ibrahimovic, continua finché hai voglia. Ma ascolta il tuo corpo”

Daniele Triolo

Francesco Totti, ex capitano della Roma, ha parlato di Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan combattuto tra giocare ancora e ritirarsi

Francesco Totti, ex capitano della Roma, ha parlato di Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan combattuto tra il giocare ancora una stagione e ritirarsi, invece, al termine di quella attuale, in un'intervista esclusiva per 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le dichiarazioni più interessanti di Totti sulla situazione di Ibrahimovic e non soltanto.

Sul suo addio al calcio giocato: "Sono passati cinque anni ma le sensazioni me le ricordo tutte e guardando Zlatan nell'ultimo periodo le rivivo. Anche se la mia situazione era un po' diversa dalla sua. Io non avevo avuto particolari infortuni. Sentivo di poter dare ancora il mio contributo, ma fui messo subito da parte e se giochi tre minuti, o cinque o dieci una volta ogni tanto diventa uno stillicidio. L'ultimo mio anno non lo auguro al mio peggior nemico. Fu pesantissimo a livello mentale, logorante. Perché quando dopo una vita in campo non giochi con continuità, soprattutto ad una certa età, il fisico non lo stai facendo riposare, lo stai facendo arrugginire. Quando ti abitui solo a subentrare, piano piano perdi il ritmo partita. E quando poi entri ti accorgi che arrivi secondo sul pallone, che stai perdendo quei centesimi di secondo che fanno la differenza. Perché la testa ti dice ancora perfettamente cosa fare, ma le gambe ci arrivano un attimo dopo. Tu lo sai di essere più bravo degli altri, ma se il fisico non 'resta in partita' diventa dura. Zlatan in questo momento gioca poco e mi immagino le sue difficoltà, anche perché il suo corpo è una macchina impegnativa. Però rispetto a me ha una fortuna ...".

Sulla fortuna di Ibra: "Da quel che mi sembra dall'esterno la sua voglia di stare in campo è forte come quella del Milan di averlo ancora a disposizione. Il problema non è il tecnico o la società, sono il numero dei minuti di gioco e cosa comportano per lui fisicamente i giorni successivi, quando devi recuperare e subentrano fastidi che prima non avevi mai avuto. Se uno anche a 40 anni ha un infortunio serio, ma poi recupera e torna a posto è un conto. Ma se i fastidi sono continui ...".

Sulle analogie tra il suo finale di carriera e quello dello svedese: "Io credo di sapere cosa stia provando, le domande che si pone, i dubbi, la voglia che fa a pugni con la realtà del momento".

Sul bomber di Malmö: "Ibrahimovic è stato uno dei più grandi centravanti al mondo. Un giocatore magnifico sotto ogni punto di vista: tecnico, atletico e di personalità. Un leader assoluto, un professionista esemplare con un enorme carisma. Ha segnato la storia del calcio degli ultimi trent'anni. Campioni così vorremmo che non smettessero mai. Perché hanno regalato gioie, emozioni, sono stati l'essenza del calcio. E al calcio hanno dato la loro vita, amandolo più di ogni altra cosa".

Sul dubbio di Ibrahimovic, andare avanti o ritirarsi: "Nessuno può capirlo più di me. Io da amante del calcio spero che Ibra possa continuare. Che domani mattina i fastidi che lo stanno tenendo fuori così spesso possano sparire. Sarebbe un regalo non solo per lui, ma per tutti noi che seguiamo il calcio. Ibra è stato amatissimo dai suoi tifosi e ha fatto disperare quelli avversari. Ma il giorno che dovesse dire basta, il dispiacere sarebbe di tutti. Un po' com'è successo con me".

Sul consiglio che darebbe ad Ibrahimovic: "È una decisione troppo personale. Io spero continui finché ne ha voglia, ma solo se il fisico gli consente di poter essere decisivo come è sempre stato. Ma giocare dieci minuti per poi fermarsi, passare più tempo in infermeria che sul terreno di gioco, essere impiegato con il contagocce ... Eh, così è pesante. Ibra è stato un leone in campo e fuori. Io che lo stimo tanto gli auguro di non trasmettere mai un senso di tenerezza in chi lo vede in seconda fila in panchina o peggio ancora fare fatica in campo. Io nell'ultimo mio anno, rivedendomi in tv, mi facevo tenerezza. Ibra nella carriera ha scelto, anche per caricarsi, di essere divisivo. A lui piace anche essere fischiato, e spero per lui che abbia sempre una parte dello stadio che lo acclama e una che lo maledice, perché lo teme. Senza dover trascinare il finale. Io so che significa vivere una stagione in cui resti a guardare e nel mio caso stavo pure bene fisicamente. Un anno può diventare infinito".

Su quanto può far paura il momento del ritiro quando sta per arrivare: "Tanto, perché hai vissuto tutta la vita in quel rettangolo verde. Perché chiami per nome anche i fili d'erba del tuo stadio o del tuo centro sportivo. Perché tra il cambiarti per l'allenamento o essere in giacca e cravatta da dirigente in uno spogliatoio passa tutta la differenza del mondo. Però a quel momento bisogna prepararsi. Ibra è un uomo intelligente, brillante, lo vedo anche da come riesce a stare davanti alle telecamere e credo che abbia un ottimo senso per gli affari".

Su quanto si è divertito a girare l'ultimo spot con Ibrahimovic: "Moltissimo. È stato divertente. E lo sarebbe stato ancora di più giocare insieme. Ci pensi? Non so quanti gol lui abbia fatto in carriera, ma con i miei assist in tre o quattro anni sarebbe salito sicuro di un centinaio in più".

Sul futuro di Ibra: "Io potevo continuare ancora, all'estero o in Italia. C'erano la Samp, il Bologna, il Torino. Ma con una maglia diversa da quella della Roma non mi ci sarei mai visto. Ibra, però, non avrà quel dubbio: se vuole, può continuare al Milan. Futuro da dirigente? Di certo lui sa di calcio e ci metterebbe poco a capire se un giocatore ha le qualità giuste o se possiede la personalità per giocare a certi livelli. Uno come Ibra, per l'immagine e l'impatto che ha, credo che lo vorrebbero tutte le società. Certi atleti o ex atleti, da soli, hanno più seguito di un club intero. Ma bisogna stare attenti a non diventare un poster o una bandiera da sventolare solo quando serve. Il giorno che deciderà di smettere, Ibra capisca cosa vuole fare realmente: quale ruolo operativo pensa di poter occupare. E quando gli dovesse arrivare la proposta, pretenda chiarezza e trasparenza. Due sono le domande da porre: cosa devo fare e con chi devo farlo. Deve saperlo subito, dopo diventa troppo tardi".

Chiosa di Totti sull'attaccante del Milan: "Caro Ibra, spero di vederti allargare le braccia ed esultare ancora dopo qualche gol in queste ultime giornate di campionato. Poi a fine stagione ascolta il tuo corpo: sarà lui a dirti cosa fare". Milan, nome nuovo per la fascia sinistra: le ultime news di mercato >>>

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