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Rivera: “Il Milan sarebbe potuto arrivare prima alla seconda stella” | News

Enrico Ianuario

Gianni Rivera, ex calciatore e capitano rossonero, ha rilasciato delle dichiarazioni sul Milan e sul calcio italiano in generale

Intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', Gianni Rivera ha rilasciato delle dichiarazioni sul Milan e sul calcio italiano.

Se il Milan può rivincere lo scudetto: "Il Milan può rivincere, certo. A maggio ha festeggiato con merito, con i riconoscimenti da dividere tra società, allenatore, calciatori. In estate, poi, non mi sembra certo che la squadra si sia sfasciata".

Sulla possibile seconda stella: "Ogni vittoria ha un significato. Quanto al Milan, questa seconda stella sarebbe potuta arrivare prima ma qualcosa evidentemente è andato storto".

Su chi vincerà il campionato: "Il bello del calcio è che, prima di giocare, non si sa niente, anche se tutti fanno previsioni. È come dire se domani pioverà, quando fuori c’è il sole...".

Su Inter e Juventus che vengono da delle delusioni: "E io, da milanista, spero che queste delusioni continuino...".

Se c'è la possibilità che Rivera tornare nel mondo del calcio: "Non è detta l’ultima parola. Ho il cartellino da allenatore professionista, nella mia vita sto bene ma mi piacerebbe tornare nel calcio".

Se lo farebbe da allenatore o da dirigente: "Anche da allenatore a quasi 80 anni, perché no? In fondo, un allenatore non deve correre...".

Sulla differenza tra i calciatori di 'ieri' e di 'oggi': "Noi avevamo più coraggio, sì. Se c’era qualcosa da dire, finivamo per dirlo. Ora no".

Su da cosa deve ripartire l'Italia: "Dai giovani. Forse ci sono troppi stranieri, di sicuro dobbiamo puntare sui ragazzi. Non è vero che non nascono più campioni. Io ho creato un’accademia, di cui parlo anche sul mio sito giannirivera.it. Partiremo a giugno e sarà un’academy itinerante, con la Calabria come prima tappa. Avremo ex calciatori come Sormani e De Sisti, oltre ad alcuni arbitri".

Rivera sui numeri 10: "Oggi non guardo molto calcio ma mi sono reso conto che i numeri 10 non esistono più. L’ho capito quando ho visto un portiere col mio numero...".

Se ci sono giocatori che trasmettono emozioni: "Non voglio parlare di singoli ma sì, ci sono. Ogni epoca trasmette emozioni, altrimenti gli stadi sarebbero vuoti. Oggi comunque si gioca quasi sempre tutti schiacciati in una metà campo. Per fortuna nel secondo tempo i calciatori si stancano un po’, così si vede un po’ di tecnica. Ah, un’altra cosa: non capisco il modo di battere il calcio d’inizio. Tutti giocano il pallone all’indietro. Se noi in Messico avessimo fatto così, non avrei segnato il 4-3 alla Germania". Milan, tra calciomercato e campo: le ultime.

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