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Sacchi: “Milan di Pioli in rimonta Scudetto? Non corra con la fantasia”

intervista Sacchi AC Milan
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, non crede che i rossoneri di Stefano Pioli possano rientrare in corsa per il titolo. Le sue parole
Daniele Triolo Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola dei rossoneri di Stefano Pioli che, secondo alcuni, potrebbero tornare in corsa per lo Scudetto nelle prossime settimane. Ecco, dunque, le dichiarazioni del 'Profeta di Fusignano'.

Milan di Pioli in rimonta Scudetto? Sacchi la vede così

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Sulla possibile rimonta Scudetto del Milan: «È vero che il calcio ha la capacità di racchiudere in 90 minuti le emozioni di una vita, e dunque tutto è possibile, ma è altrettanto vero che il Milan, ora, deve trovare un equilibrio, in campo e fuori, e deve dimostrare di avere continuità di rendimento».


Su Inter e Juventus irraggiungibili in vetta: «Sapete come la penso: nulla è impossibile, nel calcio come nella vita. Però la logica dice che adesso Inter e Juve hanno un notevole vantaggio e, quindi, i rossoneri è bene che non corrano troppo con la fantasia e si concentrino su quello che devono fare per migliorare».

Sulla possibilità di vincere l'Europa League, trofeo non da poco: «Tutt’altro, è una competizione molto importante e il Milan fa bene se ci punta. L’importante è che prosegua nel percorso di crescita che sembra avere intrapreso, almeno per quanto visto contro la Roma».

Su Milan-Roma di domenica sera, una vittoria convincente: «Direi proprio di sì. Il Milan ha fornito un’ottima prestazione anche se, lo sapete, io sono molto esigente: ogni tanto la squadra si allunga troppo e finisce per fare fatica».

Su come risolvere i problemi tattici della squadra: «Pioli deve mettere tutte le sue energie per far sì che i suoi ragazzi siano sempre compatti. Se stanno in 20-30 metri, sprecano meno energie, si aiutano, possono collaborare. Le distanze tra i reparti, nel calcio di oggi, sono fondamentali».

Sul Milan che appare in crescita dal punto di vista atletico: «È così, contro la Roma hanno corso, hanno scattato, non si sono quasi mai fermati. Vedete, il Milan ha affrontato parecchi problemi nella prima parte della stagione, però è pur sempre terzo. Ciò significa che alcuni valori tecnici e fisici ci sono, e su questi bisogna lavorare per il vero obiettivo: diventare una squadra e giocare da squadra sempre».

Sui singoli che gli sono piaciuti in Milan-Roma: «Matteo Gabbia, in difesa, è stato molto attento. È vero che Romelu Lukaku si è mosso poco, e quindi non ha creato gravi pericoli. Però Gabbia ha dimostrato di essersi inserito bene nel reparto. Aveva fatto molto bene anche Davide Calabria, sia in fase difensiva sia aiutando la costruzione. Peccato per l’errore in occasione del rigore. Certe sviste si pagano a caro prezzo».

Sulla partita di Yacine Adli da regista: «Sì, e questo mi fa davvero piacere. Dei tre centrocampisti è stato quello che mi ha convinto maggiormente. Distribuisce bene il gioco, è sempre connesso con gli altri reparti. Ora si tratta di insistere e di non accontentarsi o, peggio, di sentirsi già arrivati. Penso che il Milan possa crescere in tutte le zone del campo, i margini di miglioramento sono notevoli».

Su Rafael Leão ancora altalenante: «È fatto così. Va a strappi. È un giocatore che, se avesse maggiore continuità, sarebbe un fuoriclasse. Deve crescere dal punto di vista temperamentale, ammesso che ciò sia possibile».

Sul Milan come possibile sorpresa positiva della seconda parte di stagione: «Non vedo perché non possa esserlo. Non ha avuto un percorso esaltante finora, ma ha tutto per svoltare e imboccare la strada giusta. L’importante è che non pensi allo Scudetto, che non si metta pressioni addosso e che faccia quello che vuole il suo allenatore. Il Milan, quando gioca in undici, è forte. Il problema è che non sempre gioca in undici, a volte in cinque o sei. Questo è l’aspetto da correggere».

Sul traguardo che fisserebbe per il Milan di Pioli: «Uno solo: trovare continuità di rendimento. Con la continuità vengono anche i risultati. E poi deve meritarsi il rispetto del pubblico attraverso l’impegno, il sacrificio, la dedizione al lavoro. Se si comporterà in questo modo, non importa la posizione di classifica finale: avrà fatto il suo dovere e i giocatori avranno onorato la maglia che indossano. Non pensino all’Inter e alla Juve, i rossoneri: facciano il loro percorso e poi tirino le somme. Questo è il metodo migliore per avere risultati soddisfacenti». LEGGI ANCHE: Mercato Milan, un grande sogno e tante occasioni: ecco quali >>>

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