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Messias: “Voglio dimostrare di essere da Serie A. Scudetto? Ci crediamo”

Enrico Ianuario

Junior Messias, calciatore brasiliano del Milan, si è concesso in una lunga intervista rilasciata ai microfoni dei colleghi di 'SportMediaset'

Intervenuto ai microfoni di 'SportMediaset', Junior Messias ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato di varie tematiche. Queste le parole del calciatore del Milan.

Sulla delusione in Champions: "Eravamo un po' tristi perché è una competizione importante. Tenevamo molto ad andare avanti, adesso rialziamo la testa e focalizzarci sul campionato".

Se la Champions ha lasciato qualcosa di positivo: "Secondo me le prestazioni. Noi in Champions League abbiamo sempre fatto prestazioni di altissimo livello. Abbiamo affrontato squadre veramente forti, abituati a quel tipo di partite. Noi ce la siamo sempre giocata. Dobbiamo essere consapevoli di quello che abbiamo fatto e di portare quello in campionato".

Sul suo idolo: "Il mio idolo sin da piccolo è Ronaldo 'il fenomeno'. Per me lui era il calcio".

Su cosa vuole dimostrare: "Voglio dimostrare che posso restare in Serie A. Un giocatore non va valutato dopo una-due partite, ma bisogna aspettare tutto il campionato per vedere quello che succede. Sto cercando di migliorare perché non sono ancora al 100% perché non ho ancora dimostrato quello che posso fare, quello che so fare. Sto cercando di mettermi sempre più in forma, quindi spero di riuscirci il prima possibile".

Messias sulla sua posizione ideale in campo: "Cerco sempre di fare il meglio per la squadra. Dove il mister ha bisogno io cerco di fare il massimo".

Se il Milan crede nello scudetto: "Siamo primi, quindi dobbiamo crederci. Poi il Milan è una squadra che deve vincere sempre. Noi ci crediamo, faremo di tutto però ci sono altre squadre forti. Noi dobbiamo lottare e cercare di pensare partita dopo partita perché il campionato è ancora lungo. Ci sono squadre che ci mettono in difficoltà, magari quelli che pensi che siano squadre inferiori poi ci mettono in difficoltà. Dobbiamo cercare di migliorare su quello e fare sempre punti in casa".

Sui tanti brasiliani nella storia del Milan: "Questo fa parte del passato, il calcio è cambiato. Ci sono tanti giocatori europei, sudamericani sono di meno, mentre una volta ce n'erano tanti. Non sento questa responsabilità, io cerco di fare quello che so fare però se è un brasiliano, italiano o argentino questo cambia poco".