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Milan, dai sogni alla realtà ‘low cost’

Daniele Triolo

Da un'annata di sogno ad un mercato da incubo: un'altra, pessima estate per i sostenitori del Milan, che guardano le rivali rinforzarsi

Quando, all'uscita dall'ospedale 'San Raffaele' di Milano in seguito l'intervento subìto al cuore, il Presidente del Milan Silvio Berlusconi annunciò che avrebbe presto venduto il club a dei ricchi magnati cinesi, i sostenitori rossoneri avevano tirato un sospiro di sollievo ed esultato: pur consapevoli di come e quanto il Cavaliere abbia inciso, in termini di carisma ma soprattutto economici, nella vittoria di 28 trofei in 30 anni della sua presidenza, i tifosi avevano accolto come una benedizione la cessione del club. L'ingresso in società di nuovi proprietari, sulla carta ricchissimi e disponibili ad investire sul mercato 400 milioni di euro in 2-3 anni per riportare il Milan ai livelli dei top club europei, aveva fatto sognare una scoppiettante estate caratterizzata dai grandi acquisti.

Invece, i continui rinvii nella firma del contratto preliminare, dovuta al cambio dell'operazione in corsa (i cinesi non preleveranno più l'80% del club rossonero, bensì la totalità delle quote societarie) ed al reperimento dell'intera cifra preventivata per l'affare, hanno, di fatto, fustigato le ambizioni dei tifosi, facendoli bruscamente risvegliare dai sogni e, al contrario, scaraventandoli in un incubo senza fine. L'Inter centra il colpo Éver Banega ed è vicina a chiudere per Antonio Candreva (giocatori seguiti anche dal Milan), la Juventus si potenzia in maniera incredibile con i vari Dani Alves, Miralem Pjanic, Mehdi Benatia e Gonzalo Higuaín, persino il Napoli riesce a prendere giocatori giovani ed importanti come Arkadiusz Milik. Ed il Milan? Fermo al palo, agli acquisti del pur bravo Gianluca Lapadula (finanziato dai soldi del riscatto da parte della Roma di Stephan El Shaarawy) e dal parametro zero Leonel Vangioni: i due, per altro, ancora non fanno il loro esordio con la maglia rossonera per via degli infortuni.

Adriano Galliani, in questi mesi, non è stato con le mani in mano: forte della promessa dell'arrivo di ingenti capitali dalla Cina, l'amministratore delegato ha girato l'Europa per intavolare trattative per quei calciatori espressamente richiesti da Vincenzo Montella per rinforzare la squadra. A volte, trovando persino una base di accordo: il dirigente brianzolo, tra i principali bersagli delle recenti contestazioni della Curva Sud, si è dovuto però scontrare con l'impossibilità di poter pagare tali giocatori, e, suo malgrado, si è trovato costretto a fermarsi ad un passo dal traguardo. Così è sfumato Marko Pjaca, passato alla Juventus che pure ha offerto alla Dinamo Zagabria meno del Milan; così non sono finora arrivati Mateo Musacchio e Piotr Zielinski (sulla via di Napoli); così, incredibilmente, non è possibile neanche prelevare il carneade José Sosa, passato senza lasciare traccia in Serie A qualche anno fa sotto il Vesuvio.

Adesso, il calciomercato in entrata del Milan dipende dall'autofinanziamento: in caso di cessione di un pezzo pregiato della rosa (Carlos Bacca e Mattia De Sciglio i principali 'indiziati'), allora Galliani potrà andare a chiudere per qualche calciatore che sia, almeno, funzionale al progetto tecnico del nuovo allenatore e che rimpolpi, dal punto di vista numerico più che qualitativo, una rosa ridotta all'osso dagli infortuni di Cristián Zapata, Rodrigo Ely, José Mauri, Andrea Bertolacci e dalla fresca cessione di Jérémy Ménez al Bordeaux. Partenza avvenuta, per altro, senza nessun vantaggio economico per la società, la quale si è anche sobbarcata il peso di metà ingaggio del francese. Musacchio con tutta probabilità resterà una chimera estiva, e potrebbe essere rimpiazzato dall'arrivo di uno tra Martín Cáceres ed Álvaro Arbeloa; Zielinski lascerà presumibilmente il passo, ed il posto, a Sosa (per il quale Montella insiste) o a Tomás Rincón del Genoa: buon giocatore, ma niente di veramente eccelso. In attacco? Si sogna Juan Cuadrado, ma sarà già tanto se arriverà Alejandro 'Papu' Gómez, per il quale potrebbero essere sfruttati gli ottimi rapporti con l'Atalanta.

Insomma, per rivedere un Milan altamente competitivo, tifosi cari, bisognerà attendere ancora: con un mercato all'insegna del 'low cost', la stagione 2016-2017 non potrà che essere, di conseguenza, 'low profile'. Fatto salvo miracoli di Montella. La speranza, tra l'altro, è sempre l'ultima a morire.

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