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Milan al ballotaggio per l’allenatore: sfida Brocchi-Giampaolo

Stefano Bressi

La trattativa con i cinesi va avanti e il futuro del Milan si delinea. È corsa a due per la panchina: Giampaolo e Brocchi. Il primo arriverebbe coi cinesi.

Il Milan, come scrive La Gazzetta dello Sport, è al ballottaggio. In realtà i ballottaggi sono vari. In primis c'è quello legato a chi sarà il proprietario del club. Silvio Berlusconi nelle ultime settimane sembrava meno convinto di voler lasciare il club, poi è subentrata l'operazione al cuore e tutto è passato in secondo piano, giustamente. Proroga della scadenza al 30 giugno e altro tempo per pensare. Ma anche altro tempo che se ne va per disegnare il futuro del Milan. Ed ecco il secondo ballottaggio, quello per l'allenatore: con Berlusconi resterebbe al 99% Cristian Brocchi, che il Presidente stima molto; con i cinesi alla guida invece salgono le quotazioni di Marco Giampaolo.

L'ex allenatore dell'Empoli, infatti, sembra aver superato la concorrenza e aver convinto anche gli eventuali nuovi proprietari d'Oriente. E poco importa che non sia un allenatore internazionale. Anche perchè gli altri papabili si sono rivelati irraggiungibili o quasi: Unai Emery sarà il nuovo allenatore del PSG; resta una piccola speranza per Manuel Pellegrini, che però ha un ingaggio di 6 milioni, un po' troppi, e bisognerà convincerlo a trattare. Nel caso dovesse fallire l'operazione di convincimento ecco che Giampaolo sarebbe il primo nome.

Ma se dovesse continuare Berlusconi a guidare il Milan? Brocchi, come detto, partirebbe assolutamente favorito: il Presidente vuole un Milan giovane e il più possibile italiano e l'ex tecnico della Primavera è disposto a lavorare su questo progetto. E poi, tra l'altro, lui stesso rispetta queste linee guida: ha quarant'anni (pochi per un allenatore), è italiano e si è formato nelle giovanili del Milan, sia da allenatore che da giocatore. Ma occhio, perchè Giampaolo potrebbe rientrare anche nelle idee di Berlusconi. Una matassa decisamente difficile da sciogliere, ma che per forza di cose il 30 giugno dovrà districarsi.

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