archivio2016

Maldini, le motivazioni del gran rifiuto al Milan

Daniele Triolo

Paolo Maldini ha detto 'no': non tornerà al Milan, la squadra della sua vita. Facciamo chiarezza per comprendere le ragioni del suo mancato ritorno a casa

IL RISPETTO

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Maldini ha fatto presente come, se avesse dovuto dare retta soltanto al suo cuore, avrebbe accettato la proposta dei cinesi, “senza pensare alle possibili conseguenze – ha detto l'ex capitano -, e partire a testa bassa in questa nuova avventura”. Invece, ha deciso di rispettare i valori che, da sempre, lo hanno accompagnato nella vita, i tifosi che lo hanno sempre sostenuto, e che si sono identificati in lui per “passione, volontà e serietà”, oltre che il Milan e sé stesso. Quindi, ha chiesto chiarezza.

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I SOLDI

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“La retribuzione è sempre stata una conseguenza dell’accordo, mai la causa”, ha sottolineato Maldini, che se l' presa con 'fonti anonime' per un'immotivata fuga di notizie volta a screditarlo per giustificare il mancato accordo con i cinesi. “Non ho avanzato richieste economiche, ho ribadito fin dal primo incontro che la definizione del ruolo fosse la chiave basilare di una possibile collaborazione. Come potrei quantificare una proposta quando non sono stabilite con chiarezza le responsabilità?”, la precisazione dello storico numero 3 rossonero.

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IL RUOLO

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Maldini ha specificato di non aver mai chiesto un ruolo societario alla Galliani, “ovvero di Amministratore Delegato con pieni poteri”, bensì di aver chiesto l'area di sua competenza, quella sportiva. Ha fatto presente come gli sia stato offerto il ruolo di Direttore Tecnico di fiducia di Marco Fassone e di come, poi, però, sia stato ufficializzato Massimiliano Mirabelli nel ruolo di Direttore Sportivo. “Quindi, secondo l’organigramma societario che mi è stato presentato, avrei dovuto condividere qualsiasi progetto, acquisto o cessione di calciatore con il mio parigrado DS – ha evidenziato Maldini -. A mia precisa domanda su cosa sarebbe successo in caso di disaccordo, mi è stato detto dal Sig. Fassone che avrebbe deciso lui. Detto questo, non credo ci fossero le premesse per un team vincente”. Come è stato negli ultimi anni con la diarchia Adriano Galliani – Barbara Berlusconi e come fatto notare nel suo comunicato su 'Facebook' da Maldini.

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LA SOCIETA'

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Più volte si è detto di come Maldini volesse parlare direttamente con la proprietà, e sia stato accusato, di fatto, di non rispettare il ruolo designato di Fassone. L'ex capitano del Diavolo ha precisato: “Non ho mai chiesto di avere un contatto diretto con la proprietà per bypassare l’Amministratore Delegato; ho espresso la volontà di sentire dal Sig. David Han Li, Direttore Esecutivo della Sino-Europe Sports, che ho incontrato solo per pochi minuti, cosa si aspettassero da me; avrei voluto ascoltare dalla sua voce quali obiettivi si fossero prefissati e quali investimenti avessero intenzione di fare. Credo che questa sia una richiesta seria che ogni professionista abbia diritto di formulare al proprio datore di lavoro, specialmente quando si ha alle spalle un passato come il mio con il club, fatto di appartenenza e di credibilità”.

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LA FINE DI UN SOGNO

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Tifosi rossoneri disperati per il mancato ritorno di Maldini in società? Sì, ma non che il diretto interessato non ne stia soffrendo. Rimane l’amarezza di questi giorni per un sogno che è svanito e rimangono le polemiche strumentali che non mi hanno certo fatto piacere – la sua conclusione -. ma ribadisco anche che i miei valori e la mia indipendenza di pensiero saranno per me sempre più importanti di qualsiasi impiego”.

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