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Cardinale entra anche in NFL? Il numero uno di RedBird: “Interessato, ma…”

Cardinale entra anche in NFL? Il numero uno di RedBird: 'Interessato, ma...'
Intervistato in un podcast di CNBC Sport, Gerry Cardinale, numero uno di RedBird, ha parlato dello sport dal punto di vista degli investitori
Francesco Aliperta Redattore 

Intervistato in un podcast di CNBC Sport, Gerry Cardinale, numero uno di RedBird, ha parlato dello sport dal punto di vista degli investitori e, in particolar modo, di quello americano: "Penso che, se sei uno studente di storia, sai che il fatto che qualcosa salga sempre non è un grande criterio per fare un investimento. Serve una certa normalizzazione e un atterraggio morbido in quella che vedo come una sorta di bolla degli asset. Ma posso dire in modo molto lucido che al momento esiste una bolla di inflazione degli asset nello sport, almeno per quanto riguarda le squadre, e allo stesso tempo dire che resta un ottimo settore in cui investire".

Cardinale ha poi continuato: "Non si tratta solo di entrare nel capitale. Si tratterà di sostenere nuovi modelli di monetizzazione attorno al volano di generazione dei ricavi legato alla proprietà intellettuale". Inoltre, anche se RedBird non è attualmente approvata dalla NFL per investire nelle sue società, Cardinale ha escluso l’idea di acquisire una partecipazione di minoranza in una franchigia statunitense, sottolineando di voler "essere coinvolto, avere una partnership, nella governance effettiva, nella strutturazione del piano industriale".


Infine, pur confermando di essere interessato a diventare proprietario di maggioranza di una squadra sportiva statunitense, Cardinale ha suggerito che difficilmente concluderà un accordo a breve perché "i prezzi di ingresso di oggi non li trovo interessanti". "Ciò non significa in alcun modo che metta in dubbio la sostenibilità a lungo termine di questi investimenti. Non mi piacciono i prezzi di ingresso attuali, perché i piani industriali sottostanti non sono sufficienti a giustificarli, e si basano su un certo presupposto riguardante la traiettoria dei diritti media che nessuno ha ancora chiarito".