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Quel doppio aneddoto su Deulofeu, bimbo prodigio

Gerard Deulofeu Milan
L'attaccante spagnolo, attualmente in prestito al Milan, ha conquistato tutti nel suo esordio con la nazionale maggiore. E lui ha ringraziato il club rossonero e Montella.

Redazione

Il quotidiano spagnolo Marca la scorsa settimana ha ricostruito una vicenda poco nota ai più: una telefonata di Del Bosque, allora ct della Spagna, a Guardiola, ex tecnico del Barcellona, appena dimissionario. La domanda di Del Bosque era sorprendente: "Pep, cosa ne dici se convoco Deulofeu in Nazionale?". Sorprendente perchè corre l'anno 2012 e Deulofeu ha giocato appena 27 minuti nel Barcellona dei grandi. Guardiola pare che abbia posto un dubbio sulla tempistica e Del Bosque frenò.

Ora, qualche anno più tardi, Deulofeu si sta riprendendo quella nazionale che a livello giovanile ha sempre trascinato.

L'attuale ct Lopetegui (che lo aveva allenato anche nell'Under 19 spagnola) dice che Deulofeu "è migliorato in tutte le cose che doveva migliorare". E il pensiero è corso subito al carattere. Ma attenzione: non è e non è mai stato una testa matta. Nessuno lo descrive come un bad bay. Semplicemente, qualcuno pensa che l'etichetta da bambino prodigio - con un contratto Nike firmato ad appena 14 anni - gli abbia fatto perdere la voglia di migliorare.

El Pais ha ricordato il giorno in cui Deulofeu segnò tre gol all'Espanyol in un derby giovanile, poi invitò gli avversari ad avere pazienza: se volevano un autografo, dovevano aspettare la doccia. Da allora Deulofeu ha perso un po' di sicurezza, passando per i presiti ad Everton e Siviglia. Ma ora è cambiato. Al Milan ha fatto 253 passaggi in due mesi (il doppio rispetto alla media degli attaccanti) e soprattutto ha creato 18 occasioni in 9 gare.

In tutto questo, il Barcellona sta pensando di esercitare la clausola di recompra a 12 milioni, per riscattarlo dall'Everton. E poi potrebbe anche tenerselo. Montella e la nuova società valuteranno se fare un'offerta per lui o se direzionare la loro attenzione su altri esterni sinistri, come Keita della Lazio.

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