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PAGELLE MILAN – I voti della ‘Gazzetta dello Sport’

Alex Milan
Napoli – Milan finisce 1-1: per la 'rosea', muro Alex, Kucka dà spettacolo, mentre ha giocato male Bacca. Questi i giudizi sui giocatori rossoneri

Daniele Triolo

Il 26esimo turno di Serie A si è concluso, allo stadio 'San Paolo' di Napoli, tra i padroni di casa di Maurizio Sarri ed i rossoneri di Sinisa Mihajlovic. Dopo il vantaggio partenopeo siglato da Lorenzo Insigne al 39' (complice una deviazione sfortunata, e decisiva, di Ignazio Abate), il Milan è pervenuto al pareggio al 44' con . Questi secondo 'La Gazzetta dello Sport' questa mattina in edicola:

: Si prende gli insulti del 'San Paolo', ma dimostra serenità in ogni intervento. Non deve fare miracoli, ma l'ordinaria amministrazione la sbriga bevendo un caffè. Ah, Gigio: prima di rinviare non è necessario contare fino a 100...

: Conosce le zolle del 'San Paolo' perché giocò nel Napoli 2004-2005. La deviazione decisiva sul tiro di Insigne non lo deprime, anzi lo carica: fa un secondo tempo arrembante, non arretra di un metro e quando può riparte dimostrando una buona condizione.

ALEX 7: Un muro sul quale Higuaín va a sbattere ripetutamente. Concede all'argentino soltanto un'occasione, che in realtà è una splendida intuizione del centravanti del Napoli e non un errore del difensore. E' tornato su livelli di eccellenza assoluta.

: Sostituisce Romagnoli in modo sontuoso. Si traveste da Bonucci e con un'acrobazia nasconde una palla invitante a Higuaín. Nessuna incertezza, nessuna sbavatura: giocasse sempre così …

ANTONELLI 6: Da quella parte il Napoli attacca con insistenza. Si apre una breccia e Luca mette una toppa. Se ne apre un'altra e il terzino interviene. Molta, comprensibile sofferenza ma anche tante chiusure. Spinge meno di quanto sarebbe servito.

HONDA 6: Disattento e sfortunato quando perde la palla che genera il gol del Napoli. Ma ricopre in modo dignitoso il ruolo di gregario della fascia: distribuisce borracce a chi ne ha bisogno, porta su palla e compagni e poi impegna Reina con una conclusione velenosa.

KUCKA 7: Si traveste da “bianchetto” (quello che serve a cancellare le parole sul foglio) e cancella Hamšík. Uno spettacolo quando parte da staffettista palla al piede e si fa 100 metri, solo che la consegna del testimone (ossia l'assist) non gli viene bene.

: Un po' regista ed un po' vigile urbano perché con la mano indica la strada e i passaggi ai compagni. Presenza importante per il gruppo, che ha bisogno dei suoi consigli e gli affida la palla con serenità. Però sbaglia alcuni lanci facili (dal 37' s.t. BERTOLACCI s.v.: Pochi minuti ma preziosi, perché interpreta bene cercando non solo di spezzare il gioco del Napoli, ma anche di tenere la palla e portare così il punto a casa).

: Dopo dieci minuti inventa il dribbling alla Copperfield, perché passa in mezzo a due avversari che avevano lasciato lo spazio per un foglio di carta: come avrà fatto? Poi segna un gol da opportunista e continua a giocare a tutto campo.

NIANG 6,5: Il classico studente intelligente che non si applica? No, stavolta si applica eccome. E allora il mix di talento e fisico di cui la Natura l'ha dotato consente al Milan di salire, di rifiatare, di avere sempre un approdo sicuro per le ripartenze. (dal 42' s.t. BALOTELLI s.v.: Quanto sono diversi questi minuti finali da quelli di domenica scorsa. Merito di Pia, la figlioletta in tribuna? Forse. Ma è più bello pensare che sia merito delle riflessioni che avrà fatto in settimana dopo le strigliate ricevute).

BACCA 5: Sceglie un modo alternativo per dimostrare a Higuaín di essere più forte di lui: gioca malissimo. Però, dopo il palo di Mertens, resiste alla tentazione del tap-in vincente e la butta in corner. (dal 26' s.t. MÉNEZ 5,5: Ha bisogno di giocare e rigiocare per entrare in condizione. Non ha ancora il ritmo e non vede le giocate: in un'occasione avrebbe lo spazio per puntare la porta, ma non se ne accorge. Dà una bella palla a Niang).

All.: Berlusconi, abbia pazienza: lei voleva solo vittorie per confermare Mihajlovic. Facciamo così: un pareggio, quello di ieri, e poi solo successi. Anche perché .

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