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ICC – Top e Flop: il meglio e il peggio di Liverpool-Milan

Gabriel Vergara Niang Bertolacci Luiz Adriano Liverpool-Milan
Il Milan ha perso 2-0 contro il Liverpool la sua seconda gara di 'International Champions Cup': i migliori ed i peggiori in campo tra i rossoneri

Daniele Triolo

FLOP 3

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Andrea Bertolacci: dopo l'ottima prova offerta contro il Bayern, nella quale era andato anche a segno con un'esecuzione di pregevole fattura, il 25enne centrocampista romano non riesce a replicare la prestazione al cospetto dei 'Reds' di Jürgen Klopp. Non tanto per suoi demeriti, quanto per un'incredibile ondata di sfortuna che sembra perseguitarlo da quando indossa la casacca rossonera: dopo una mezzora di gioco piuttosto anonima, infatti, è costretto a lasciare spazio a Juraj Kucka ed accomodarsi sulle panchine del 'Levi's Stadium' per via dell'ennesimo problema muscolare.

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FLOP 2

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Luiz Adriano: se la partita contro il Liverpool rappresentava, per l'ex attaccante dello Shakthar Donetsk, l'occasione per convincere Vincenzo Montella a puntare su di lui quale centravanti titolare nel 4-3-3, il brasiliano l'ha fallita in piena regola. Mai pericoloso, sempre fuori posizione, triturato dalla coppia centrale difensiva del Liverpool, composta da Dejan Lovren e Ragnar Klavan, mica Franco Baresi ed Alessandro Costacurta. Incapace di tenere su la squadra, poco propenso (stranamente) al dialogo con i compagni. Chance sprecata: Carlos Bacca, in forma, è un'altra cosa.

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FLOP 1

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Jherson Vergara: dispiace gettare la croce addosso a questo ragazzone colombiano, in possesso di un gran fisico ma dai piedi tutt'altro che educati. Anche a livello tattico, Vergara dimostra in pieno perché, a 22 anni, alla sua quarta stagione sotto l'egida del Milan, abbia giocato al massimo nel torneo di Serie B. Lento, impacciato, svagato in marcatura e nelle coperture difensive. Nel primo tempo, le migliori azioni d'attacco del Liverpool arrivano in seguito a suoi 'graditi' regali: Montella lo tiene in campo 90', preferendo togliere dal campo Romagnoli: scelta che non paga i dividendi, giacché nella ripresa, con l'ingresso degli scaltri e rapidi Divock Origi e Roberto Firmino, il Milan incassa due reti e perde la partita.

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TOP 3

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Ignazio Abate: della difesa rossonera, insieme, forse, a Luca Antonelli, è l'unico che regge dignitosamente. Spinge con costanza sul versante di destra, è piuttosto prezioso nelle diagonali e, soprattutto, in un paio di occasioni, con il collega mancino, salva la porta del Milan con interventi quasi disperati ad un passo dalla rete per gli uomini di Klopp. Il terzino di Sant'Agata de' Goti è uno dei senatori di questa squadra, e spetterà anche e soprattutto a lui il compito di caricarsi sulle spalle un Milan che, a giudicare dalla prestazione offerta a Santa Clara, ha ancora tantissimo da lavorare per tornare competitivo.

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TOP 2

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Gabriel Vasconcelos: Montella lo manda in campo dal 1' al posto dell'ormai titolarissimo Gianluigi Donnarumma, ed il brasiliano, reduce da un anno in naftalina al Napoli, non lo delude. L'Aeroplanino sbuffa in avvio quando, all'11', Gabriel preferisce rilanciare lungo anziché far ripartire l'azione dalle retrovie, ma poco male. L'ex Cruzeiro si riscatta ampiamente nel finale della prima frazione di gara, quando nega a Sadio Mané il gol del vantaggio e, quindi, nella ripresa, quando evita in un paio di circostanze il terzo gol del Liverpool. Incolpevole sui gol di Origi e Firmino.

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TOP 1

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M'baye Niang: indiscutibilmente il migliore in campo dei rossoneri. A differenza della partita contro il Bayern, dove aveva giocato da centravanti, nel 4-3-3 anti-Liverpool Niang parte largo a sinistra, ed anche in quella posizione crea notevoli difficoltà alla retroguardia avversaria. Veloce, rapido, tecnico: tenta l'uno-due con i compagni di reparto, dà una mano al centrocampo in ripiegamento difensivo, regala al pubblico del 'Levi's Stadium' qualche sgroppata delle sue e qualche numero di prestigio con il pallone tra i piedi. Meriterebbe il gol, e per poco, a metà ripresa, non bissa la rete messa a segno contro i bavaresi. Si rifarà. Montella aveva ragione: è un potenziale campione.

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