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LIVE PM – Gattuso: “Voglio tanti Gattuso a livello mentale. Non pensate a me solo come giocatore”

Gattuso Milan
Gennaro Gattuso è il nuovo allenatore del Milan, prende il posto dell'esonerato Vincenzo Montella. La presentazione ufficiale di 'Rino' in diretta su PM!

Daniele Triolo

dal nostro inviato a Milanello, Luca Fazzini

Termina qui la conferenza di Gattuso

Sui consigli arrivati ieri: "Su per giù, il succo era 'picchia duro!'".

Sul primo allenamento: "Abbiamo dei parametri su cui ci appoggiamo. Il primo giorno di ripresa è un lavoro aerobico. Domani faremo un lavoro ad alta intensità, muscolare. Dagli altri giorni prepareremo la partita sul nostro avversario. Alla squadra mi sono comportato per così come sono. Ho chiesto di non essere permalosi, a fine allenamento chiedo scusa per qualche parole in più (ride, ndr)".

Sulla continuità della formazione: "Mi baso su quello che vedo durante la settimana. C'è qualche giocatore è fondamentale durante la settimana, ma poi bisogna pedalare, allenandosi bene".

Sul ruolo da traghettatore: "Lo sarei stato se mancavano 5-6 partite. Ora abbiamo 72 punti a disposizione. So di non piacere a tutti, so però quali doti ho e cosa posso dare".

Sui trofei: "Abbiamo passato il turno in Europa League, in Coppa Italia dobbiamo ancora giocare. La maglia pesa, non dobbiamo dimenticare tutto ciò. Tra vittoria e sconfitta c'è una grande differenza, quando si perde deve bruciare il ... (ride, ndr). Quando si viene a Milanello, deve sembrare un funerale, quando si vince siamo tutti belli e biondi".

Su qualche giocatore che lo incuriosisce: "Sento dire che Suso può giocare solo largo a destra. Vediamo se è davvero così o se può sviluppare qualcosa di nuovo. Insigne ha giocato mezza punta per tanti anni, ma ha modificato il suo modo di giocare. Kessié l'anno scorso era devastante quando si inseriva, adesso lo fa poco. Tante cose mi incuriosiscono, solo con il lavoro possiamo migliorare, anche se abbiamo poco tempo.

Su Cutrone: "Valuto molto quello che si fa in settimana, a parlare è il campo, non le chiacchiere. Parte sul livello di André Silva e Kalinic. Gioca con il veleno addosso, ha grande passione. Spero di vederla in tutti gli altri".

Sui messaggi arrivati ieri: "E' stata una cosa sorprendente. Mi ha chiamato Terim, mi hanno scritto Sacchi, Capello, Cannavaro, Ancelotti. Poi ieri sera è uscita una foto con me e un personaggio di Gomorra, quindi ho messo via il telefono (ride, ndr)".

Sul capitano: "E' e resta Bonucci. I ragazzi hanno voglia di lavorare, gli ho chiesto solo grande senso d'appartenenza. Amo una squadra e la disciplina, loro mi hanno dato disponibilità. Io mi buttavo nel fuoco per i miei compagni. Se uno non parla bene l'italiano, dev'essere il gruppo a mettersi a disposizione".

Su Seedorf e Inzaghi: "Avevano il 10 e il 9, io l'8, eccomi qui. Speriamo di non fare la loro stessa fine (ride, ndr). Ho sentito che abbiamo partite facili, ma in Serie A non ce ne sono. Dovremo essere pronti sotto tutti i punti di vista, dovremo migliorare per il nostro percorso".

Su André Silva: "Giocheremo sugli 11 giocatori che scenderanno in campo. Ha grandissime qualità per l'età che ha. Ha grandissimo mercato, anche se in campionato non ha fatto benissimo, a differenza dell'Europa. Se lo proponi sul mercato, lo prendono domani mattina. Deve giocare con la squadra, a volte dribbla tanto. Bisogna metterlo in condizione di farlo giocare con la squadra. Difficilmente fa un uno-due e si butta in profondità".

Sul mal di gol: "La mia storia dice che ho preso pochi gol, ma ne ho fatti pochi. Lavoreremo, abbiamo preparato qualcosa sui tempi e su qualche giocata. Non è solo il problema del gol, con il Torino ho visto una squadra che ha creato. Arrivarci e sbagliare ci sta, l'importante è arrivarci".

Sui suoi precedenti: "Se dovevo pensare al rischio, non andavo all'Ofi Creta o al Pisa. La paura può essere di bruciarsi, ma sono in uno dei migliori club al mondo. Ho un'opportunità, voglio sfruttarla. Ho la possibilità a livello mentale, vado in ospedale se mi spacco la testa e basta".

Sui pensieri verso di lui: "Non mi fanno paura. Da giocatore, se sbagliavo 2-3 partite mi davano dello scarpone. Sapevo i miei limiti, ho giocato su di essi, è sinonimo di intelligenza. Ho cambiato anche modo di gestire il mio lavoro: quando giocavo leggevo, oggi voglio stare tranquillo".

Sulla sua carriera da allenatore: "Ho preso tante legnate, correndo dei rischi anche con il mio staff. All'Ofi Creta ho sbagliato, mi sono fatto prendere dalla passione, serviva stabilità economica. A Pisa siamo durati con grande sofferenza. Si faceva fatica, non c'erano campi a disposizione. Si ragionava a livello dilettantistico. Spesso mi sono chiesto chi me lo fa fare, la risposta è la passione. E' un lavoro così complesso che se non stai sul campo, sempre facile. Ma poi bisogna metterlo in pratica.

Sul nuovo Gattuso: "Kessié secondo me è simile, ma è molto più forte di me. E' esplosivo, ha più gol nelle gambe. Nella mentalità, voglio avere più di un Gattuso".

Su Yonghong Li: "Non parla inglese, abbiamo deciso - insieme a Fassone - che ci scambieremo due parole in questi giorni. In questo momento nessuno ci poteva fare da tramite, il calabrese non lo parla (ride, ndr).

Sulla telefonata con Berlusconi: "Ho parlato con il mio presidente, uno dei più vincenti. Abbiamo parlato dei due attaccanti (ride, ndr), del dna del Milan. E' un grande conoscitore di calcio. L'ho ascoltato con attenzione, non ho fatto finta. C'è grande rispetto per l'uomo".

Sul modulo: "Dipende, vediamo anche come stanno i giocatori. Sicura è la difesa a tre e il centrocampo a quattro".

Sulla sua figura: "La rabbia mi è rimasta, ma è riduttivo parlare sempre di Rino Gattuso come giocatore. Sono passato da Coverciano, non mi hanno regalato il patentino. C'è ancora da studiare, ogni anno ci sono novità e cambiamenti. Bisogna preparare le partite, non bastano cuore e grinta. La chiave sono le foto in giro per Milanello. Non bisogna dimenticare la storia, le usanze all'interno di un gruppo. Per giocare a calcio bisogna far fatica, per correre bisogna prepararsi in settimana. Servono condizione fisica e preparazione tattica".

Sulla classifica: "Non guardo la classifica, penso partita per partita. Benevento è già una finale di Champions. C'è bisogno di riuscire a cambiare. Serve consapevolezza. Ho giocato per tanti anni a San Siro. Se non stai bene fisicamente e mentalmente, la palla pesa".

Sulla rosa: "Possiamo dare di più. Dobbiamo diventare squadra, sapendo soffrire, coprendo il campo, senza prendere ripartenze. Dobbiamo dare l'impressione che siamo una squadra compatta e quadrata. Serve spirito battagliero. La qualità c'è: la squadra fa girare la palla, ma bisogna aggiungere qualcos'altro".

Sulle emozioni: "Le stesse di quand'ero giocatore. Entrare a Milanello per me è un paradiso. Quando vedo i campi mi viene il mal di testa, ho l'imbarazzo della scelta, le strutture sono incredibili. Gli stipendi arrivano puntuali, serve solo passione. Amo il mio lavoro, lo faccio con passione, mi dà adrenalina. Per me è un privilegio, il sogno continua".

Sul gruppo: "E' fondamentale. Non si tratta solo dei giocatori, ma di tutte le persone che stanno a contatto con te durante tutto il giorno. Il primo a essere dispiaciuto sono io, volevo completare questo lavoro in Primavera. Ringrazio i ragazzi per la disponibilità, mi hanno dato tanto".

Sul Milan attuale: "Giocheremo con la difesa a tre, abbiamo concetti ben chiari. Dovremo seguire i concetti mostrati in questi mesi in Primavera. Ho avuto un grande rapporto con Vincenzo, c'era grande disponibilità. La metodologia è un po' diversa, basata sui concetti. A Vincenzo piaceva il palleggio. Anche a me piace, ma negli ultimi metri dobbiamo verticalizzare".

Si inizia: "E' un giorno importante, dovremo lavorare duramente. Quando lavori qui e alleni questi giocatori, è un piacere. Abbiamo 16 nazionali, con l'età media bassissima. Hanno fatto qualcosa di importante, non stanno attraversando un grande momento, devono fare di più. La preoccupazione più grande era all'Ofi Creta, ad esempio, dove non c'era la società. In Italia sembra che uno debba allenare tanto per farsi esperienza. Ho non ho allenato gli esordienti, ho oltre 100 partite da allenatore. Possiamo fare bene".

Ieri, 27 novembre 2017, forse è arrivata, realmente, quella svolta che, in casa Milan, ci si auspicava da un po' di tempo. Non è giunta, però, sul campo: si è trattato, bensì, di un ribaltone in panchina. e, al suo posto, è stato chiamato Gennaro Gattuso, ex centrocampista rossonero, idolo dei tifosi e, fino a ieri allenatore della squadra Primavera. Quest'oggi Gattuso, alla presenza dei dirigenti Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, viene presentato ufficialmente come allenatore del Milan 'dei grandi': segui in diretta, minuto per minuto, parola per parola, la conferenza di 'Rino' su 'Pianeta Milan'!

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