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Ulivieri: “Malagò? Non lo riconosco come capo. Su Ancelotti …”

Renzo Ulivieri
Renzo Ulivieri, Presidente dell'Assoallenatori, ha parlato dell'esonero di Gian Piero Ventura, delle dichiarazioni di Giovanni Malagò e di tanto altro

Daniele Triolo

Renzo Ulivieri, Presidente dell'Assoallenatori e direttore del settore tecnico della F.I.G.C., ha parlato ai microfoni di 'Sky Sport' dell'esonero di Gian Piero Ventura dall'incarico di C.T. dell'Italia, delle dichiarazioni del Presidente del CONI, Giovanni Malagò e di tanto altri argomenti a carattere 'azzurro'. Queste le sue dichiarazioni:

Su Ventura e le mancate dimissioni di Carlo Tavecchio da Presidente federale: “Il discorso riguarda tutti noi, e tutto il movimento. L'unica cosa che credo di poter dire è che le scelte e il lavoro fatti in questi mesi non possono essere liquidate così. Poi il Presidente del CONI Malagò, facendo una dichiarazione del genere, ha dimostrato di essere un capo che non riconosco più. In un momento di difficoltà si è fatto la domanda da solo e si è risposto. Ho visto l'intervista tre volte e non ci credevo: mi aspettavo di meglio da un capo. Noi dobbiamo fare delle considerazioni dopo sei mesi di un buon lavoro, con questa eliminazione che pesa a livello di immagine: abbiamo deciso di fare un percorso lineare. Il Presidente Tavecchio ha detto che non si dimette, seguendo il percorso ordinario: chiederà la fiducia al Consiglio Federale. Se l'avrà andrà avanti, altrimenti no”.

Sulle poltrone che contano più di tutto: “Per Ventura vale il contratto come per tutti gli allenatori: l'esonerato arriva a fine contratto e prende quanto gli spetta, come tutti. Per quanto riguarda le nostro poltrone, non sono comode e non ci rendono: è solo lavoro, è solo impegno”.

Sui segnali da dare al movimento, come quando lui si incatenava per protesta: “Io mi incatenavo perché stavano togliendo l'obbligatorietà di avere allenatori diplomati. Oggi stiamo portando a termine il nostro obiettivo, che ogni squadra abbia un allenatore che sappia insegnare calcio. Non è una rivendicazione sindacale, ma di buon senso”.

Sulla mancata qualificazione ai Mondiali: “Dico la verità: ho amato questi giocatori, anche nella sconfitta. Come il pubblico, che fino al 90' è stato vicino ai ragazzi”.

Sul possibile arrivo in azzurro di Carlo Ancelotti: “È un grande allenatore e un grande uomo. È nelle simpatie di tutti noi, però non bisogna pensare che stiamo cercando un nome per tranquillizzare la gente. Non vogliamo farlo, vogliamo valutare con serenità”.

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