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Milan, si chiude un 2018 tra luci e ombre: riviviamolo assieme

Gonzalo Higuain e i alcuni giocatori del Milan
Il 2018 è stato un anno di forti contraddizioni, polemiche, clamorose eliminazioni dall'Europa, ma anche tanti punti conquistati sul campo. Riviviamolo

Edoardo Lavezzari

ALTI E BASSI

Quello che si chiude oggi è un 2018 che i tifosi rossoneri non scorderanno tanto facilmente. Questo è stato un anno di transizione e complicato sotto diversi punti di vista per il Milan, che però può guardare al futuro con un certo ottimismo. I problemi societari sono stati messi, definitivamente, alle spalle con l'addio di YongHong Li in favore di Elliott che ha portato stabilità economica e soprattutto un ambizioso piano per rilanciare il "brand" Milan in Italia e nel mondo, sul piano sportivo e su quello commerciale. La nuova proprietà ha portato in dote anche una nuova dirigenza, a fortissime tinte rossonere e un calciomercato ambizioso, ma che ha dovuto fare i conti con le limitazioni UEFA ereditate dalle precedenti gestioni. Sul campo le cose non sono andate benissimo, ma qualche soddisfazione il "Diavolo" è riuscito a togliersela, vediamo tutto nel dettaglio.

QUOTA 70

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Arrivato a fine 2017 per sostituire Vincenzo Montella, Rino Gattuso ha faticato nel trovare la squadra del cerchio e tutt'ora, a oltre un anno di distanza la sua squadra soffre di scivoloni importanti (basti pensare a questo dicembre da incubo con 3 pareggi e una sconfitta prima della sofferta vittoria contro la SPAL) e la sua posizione è costantemente in discussione. Eppure, con lui al volante, il Milan è riuscito per la prima volta dopo 6 anni a chiudere l'anno solare con 70 punti conquistati. Meglio del Milan hanno fatto solamente Juventus e Napoli. L'Inter, squadra che ha investito moltissimo, che partiva con una rosa migliore del Milan e con ambizioni di altissima classifica non è andata oltre ai rossoneri che hanno chiuso vissuto una prima parte di 2018 da sogno, con 39 punti messi in cascina e che sono serviti per tornare in Europa League e per cullare il sogno Champions League.

La seconda parte dell'anno, invece, ha visto il Milan arrancare in parte, ma con tante attenuanti. Il "Diavolo" ha fatto i conti con una serie quasi infinita di infortuni e soprattutto ha buttato troppi punti per strada tanto con le piccole (pareggi con Empoli, Cagliari e Frosinone ad esempio) quanto con le big. E in questo senso Gattuso dovrà lavorare ancora visto che tra Juventus, Napoli, Inter e Lazio la sua squadra ha raccolto solo un punto.

EUROPA

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Eccolo il vero tasto dolente del 2018 rossonero: l'Europa. La scorsa campagna europea si è chiusa agli ottavi di finale contro l'Arsenal. Se è vero che uscire contro i "Gunners" si può e che nel match di ritorno il Milan ha subito un torno arbitrale non da poco visto il rigore inesistente regalato a Welbeck, non ci si può dimenticare della partita di San Siro, giocata fin troppo timidamente dal "Diavolo" battuto 0-2 e schiacciato ampiamente da un punto di vista della personalità. Il peggio, però, il Milan lo ha regalato in questa stagione. I rossoneri non sono riusciti a passare un girone composto dai semiprofessionisti del Dudelange e da Betis Siviglia e Olympiacos, squadre a cui fare attenzione, ma ampiamente alla portata. E se la sera di Atene è stata macchiata da decisioni arbitrali a dir poco rivedibili, a pesare davvero sono la sconfitta interna con il Betis e soprattutto il 6-2 complessivo contro il modesto Dudelange. L'Olympiacos, passato per miglior differenza reti, ha subito solo un gol dai lussemburghesi, realizzandone oltretutto uno in più del Milan.

Sempre di Coppa si tratta, anche se non europea, ma non possiamo dimenticare la Coppa Italia. Il Milan è stato bravo a raggiungere la finale, vincendo (nel 2017) il derby di Natale con l'Inter e a battere la Lazio ai rigori al termine di un doppio confronto finito a reti bianche, ma il 4-0 subito in finale dalla Juventus rimane un'onta nella stagione rossonera, con la squadra che nell'ultima mezz'ora si è sciolta come neve al sole.

TRA SOGNI E BILANCI

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In attesa di un gennaio che avrebbe dovuto regalare ai tifosi il sogno Ibra e che invece potrebbe portare in dote Gabbiadini, il Milan la scorsa estate ha già dovuto fare i conti con tanti problemi di natura economica sul mercato. Non perchè la proprietà di Elliott non si provvista delle risorse necessarie o perchè non voglia aprire i cordoni della borsa, ma perchè il Milan deve fare i conti con la UEFA per i pesantissimi bilanci ereditati dalle ultime stagioni, senza contare il pochissimo tempo avuto a disposizione da Leonardo e Maldini per fare mercato. Aver scambiato Higuain e Caldara (martoriato però dagli infortuni) per Bonucci è stato un mezzo capolavoro, anche se da Higuain era lecito aspettarsi molti di più. Con il passare delle giornate Timo Bakayoko sta dimostrando di essere stato ben più di un semplice azzardo, ma del resto degli arrivi estivi c'è poco da salvare. Castillejo è un giocatore talentuoso, ma troppo discontinuo, mentre Laxalt è una grossa delusione. Bocciati o ingiudicabili gli ultimi acquisti di Mirabelli: Strinic è stato fermato da un grave problema cardiaco, mentre Reina non ha convinto a pieno in Europa League. Halilovic, invece resta un oggetto misterioso.

IL CAPITANO DELLA BARCA

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Più del cambio di proprietà, più del ritorno di Maldini in rossonero, più della crisi di Higuain e dell'addio tra le polemiche di Bonucci, il 2018 lo ricorderemo come l'anno di Rino Gattuso. "Il Capitano della barca" come lui stesso si è definito e come lo ha definito anche Pepe Reina. Gattuso si è caricato il Milan sulle spalle, ha protetto i suoi giocatori nei momenti più difficili, ha provato a ridare orgoglio un ambiente depresso e soprattutto ha riportato in tutto l'ambiente la consapevolezza di cosa significhi rappresentare il Milan e quali siano i valori da rispettare in rossonero. La sua gestione è tutt'altro che esente da difetti, ma la sua gestione di un momento così complicato nella storia del "Diavolo" è stata più che buona.

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