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Milan, Sacchi premiato dalla UEFA: “Onorato, facevo cose normali”

Arrigo Sacchi AC Milan
Sacchi, storico allenatore del Milan, ha ricevuto il premio di Ceferin dalla UEFA e ha commentato così questo riconoscimento.

Stefano Bressi

Durante il sorteggio di Champions League è stato premiato Arrigo Sacchi, storico allenatore del Milan, che ha ricevuto il premio da Aleksander Ceferin, poco prima dell'inizio della cerimonia. Salito sul palco, Sacchi ha ricevuto il premio e ha rilasciato alcune dichiarazioni. Prima, era stato presentato così da Ceferin sul palco: "Sacchi è stato un visionario. Le sue squadre non avevano mai paura e attaccavano in casa e fuori, all'epoca non era così comune. Per me allora fu una sorpresa, soprattutto per una squadra italiana, vederla attaccare in ogni campo europeo. Ha detto una cosa semplice, che dice tutto: meglio avere la palla che lasciarla agli altri, meglio attaccare che difendere. Quindi merita il premio".

Ecco le parole di Sacchi invece: "Il calcio è una filosofia, lo è sempre stato per me. Pensavo cose semplici, pensavo che l'ottimismo fosse meglio del pessimismo. Il calcio è armonia, movimento. L'obiettivo era vedere una squadra padrona del pallone, una squadra che vincesse con merito. Dove la bellezza, le emozioni, lo spettacolo, il divertimento e la gioia fossero elementi imprescindibili. Quando andai via dal Milan dopo quattro anni dissi che erano tutti professori, che avrebbero continuato a vincere, ma senza giocare così. Sono stato inserito dalla UEFA tra i dieci allenatori che hanno cambiato il calcio, ne sono grato perché pensavo di fare cose normali".

Dopo aver ricevuto il premio: "Grazie per questo bellissimo regalo, io mi sono impegnato al massimo, ma non avrei mai pensato di avere questi riconoscimenti".

Quale squadra si avvicina più al suo calcio: "Devo dire che le squadre straniere si avvicinano quasi tutte. Ora in Italia abbiamo qualche squadra che riesce a giocare un calcio da protagonista, divertente e che dia emozioni. Se questo sport non darà emozioni, perderà appeal. Per dare emozioni deve esserci evoluzione continua. Il mondo va a velocità supersoniche e in un anno perdi la conoscenza, vale anche nel calcio. Spero di vedere spettacoli sportivi e che si vinca con l'emozione, lo spettacolo e il divertimento. Spero che questi undici facciano squadra, che è una delle cose più improbabili".

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