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Milan, rivoluzione Elliott: c’è Maldini. E intanto la UEFA…

Maldini
L'edizione online de La Stampa, rivela particolari interessanti sul futuro prossimo del Milan a livello societario. Intanto, la UEFA pubblica le motivazioni dell'esclusione rossonera dalle Coppe

Donato Bulfon

. L'edizione online del quotidiano La Stampa, ha analizzato la situazione rossonera, rivelando particolari interessanti sul  futuro del club di Via Aldo Rossi.

Come riportato dai colleghi della testata torinese, Elliott va avanti a passo svelto, cambiando , proprietaria e controllante del Milan, oltre che quelli della Rossoneri Champ Investment. Fuori Chen Huashan e Henry Isabelle, dentro Aldo Savi, Gloria Centineo Cavarretta Mazzoleni e Viktor Shun. Ora lo sguardo è posto al prossimo 12 luglio, data nella quale è stata fissata il CdA del club milanista, decisivo per il passaggio di proprietà. Dopo questo, verrà fissata l'assemblea dei soci entro 8 giorni, e verrà cambiato buona parte de CdA stesso: fuori i membri legati alla proprietà cinese, dentro quelli legati a Elliott. Non è da escludere la sostituzione di Marco Fassone dal ruolo di AD del Milan. In questo senso il nome che circola è quello dell'ex Umberto Gandini, mentre per l'area tecnico si parla con forza di Paolo Maldini.

Intanto, la UEFA ha pubblicato le 33 pagine di motivazioni che hanno portato all'esclusione del club dalle prossime Coppe Europee. Confermati i dubbi su Yonghong Li e la provenienza dei soldi, ma anche quelli sul piano economico. La decisione è stata presa in base allo sforamento dei paletti del FFP ( cioè 120 milioni di euro da giugno 2014 al dicembre 2017), ma anche per l’incertezza sulla credibilità del piano economico presentato e riscritto almeno due volte, e i rischi per la continuità aziendale presenti nel bilancio 2016-2017. Sullo stesso Li, l’Uefa ha richiesto al Milan informazioni sul rifinanziamento del debito e un versamento da parte di mister Li di 165 milioni di euro su un conto di garanzia a copertura degli aumenti di capitale indicati dal piano consegnato a Nyon. La credibilità del Milan agli occhi del massimo organismo del calcio europeo è stata compromessa anche per la grande diminuzione dei ricavi provenienti dalla Cina tra il primo e il terzo business plan, passati da 277,6 milioni tra il 2017-2018 e il 2020-2021 nello scenario base, a 42 milioni del terzo piano nell’aprile 2018. Intanto, ecco

 

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