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Milan nel sociale: giocare a calcio per riprendersi la vita

(credits AC Milan)

Un pomeriggio diverso per i ragazzi del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, che hanno incontrato alcuni protagonisti del Milan

Giovanni Calenda

Un campo di calcio e qualche pallone. Alle 15 del 28 giugno, quel campo, che fino a pochi minuti prima era vuoto comincia ad animarsi di volti di ragazzi: sono in 26 italiani e stranieri. Si mettono in cerchio, in attesa di iniziare l’allenamento e ascoltano con grande attenzione gli allenatori e i compagni speciali con cui condivideranno le attività subito dopo.

Loro sono i ragazzi detenuti nel carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, gli allenatori Daniele Massaro, Alessandro Lupi, Stefano Nava e Diego Dominguez (campione di rugby e ideatore dell’iniziativa), mentre i compagni di squadra Tommaso Pobega, centrocampista del Milan Primavera e Daniel Culotta difensore del Milan U17.

Dominguez, per il secondo anno consecutivo ha organizzato una sorta di camp sportivo di una settimana all’interno del Beccaria dove imparare e giocare a rugby, calcio, fare nuoto.

Quello del 28 giugno è stato un pomeriggio diverso per tutti, ma anche fatto di normalità perché alla fine lo sport abbatte ostacoli, barriere e difficoltà e contribuisce a trasmettere i valori positivi come il rispetto per le regole e per gli altri. Valori fondamentali per sfruttare al meglio una futura seconda chance.

La "squadra" si è prima allenata con entusiasmo e curiosità, seguendo le indicazioni dei mister e poi è stata divisa in quattro gruppi per una vera sfida calcistica. Tutti hanno dato qualcosa agli altri e tutti hanno ricevuto tanto dagli altri. A prevalere sono stati i sorrisi, il piacere dello stare insieme e la condivisione dei valori legati al calcio.

Fonte: AC Milan

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