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Milan: disappunto di Fininvest per il settlement agreement. I sondaggi di Berlusconi …

Han Li, Silvio Berlusconi e Yonghong Li a Villa San Martino (Milan) foto Auro Palomba
Carlo Paolo Festa, giornalista del Sole 24 Ore, ha fatto il punto sulla situazione societaria del Milan attraverso il suo blog: ecco cosa bolle in pentola

Daniele Triolo

Anche nel giorno di Santo Stefano non poteva mancare l'ormai solita analisi sulla situazione finanziaria del Milan. Questa volta a fornire il suo punto di vista sulla vicenda, nella consueta rubrica 'The Insider' sul suo blog personale, è il giornalista economico de 'Il Sole 24 Ore', Carlo Paolo Festa.

TORNA BERLUSCONI? LEGGENDA METROPOLITANA – Festa scrive come le voci che vorrebbero Silvio Berlusconi prossimo a ricomprarsi il Milan corrispondano, più o meno, a leggende metropolitane. “La holding dell’ex premier, Fininvest, che è espressione anche dei figli di Silvio Berlusconi, non sembra per niente desiderosa di tornare in un business, quello calcistico, che costa centinaia di milioni. Inoltre il Milan, nel caso dovesse finire ad Elliott, verrebbe riceduto a un prezzo (compresi i debiti) di almeno 450 milioni. Ci vorrebbero quindi un centinaio di milioni di equity (cioè soldi freschi) per fare l’operazione. Non una cifra impossibile, ma sicuramente impegnativa visti gli investimenti necessari successivamente”, il commento del giornalista.

SONDAGGI ELETTORALI – Sarebbe vero, però, secondo Festa, che Silvio Berlusconi, in periodo di campagna elettorale, così come i suoi sondaggisti, sarebbe un po' preoccupato dal calo di consensi che potrebbe derivargli, sotto elezioni, per un Milan in crisi sportiva e finanziaria. Si voterà, tra l'altro, la prossima primavera, ovvero quando si saprà se Yonghong Li, attuale proprietario e Presidente rossonero, riuscirà a tenere il club oppure se il Milan finirà nelle mani del fondo Elliott. Un 'colpo di teatro', ha sottolineato Festa, con Berlusconi che tornerebbe alla guida del Diavolo dopo averne fatto le fortune per decenni, avrebbe certamente un riscontro elettorale e l'ex Premier, per giunta, non sarebbe nuovo a situazioni del genere (esempio, i ritorni al Milan di Ricardo Kakà e Mario Balotelli).

RIFINANZIAMENTO – In ambiti finanziari ci sarebbe chi pensa, invece, ad una soluzione intermedia. Ovvero: qualora Yonghong Li dovesse riuscire a rifinanziare il debito, non ci sarebbe problema; nel caso in cui, invece, non ci riuscisse, Silvio Berlusconi potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella ricerca di nuovi, futuri compratori del Milan, i quali potrebbero anche essere in qualche maniera correlati all'ex Presidente rossonero. Secondo i 'rumors' raccolti da Festa, ci si muoverebbe già in tal senso, sebbene in fase embrionale. “L’impressione è però che i nuovi investitori, se davvero ci saranno, non arriveranno più dalla Cina, viste anche le nuove restrizioni del Governo di Pechino”, si può leggere sull'articolo su 'The Insider'.

SETTLEMENT AGREEMENT, IL DISAPPUNTO DI FININVEST – La prossima primavera, inoltre, il Milan dovrà sottoporsi al settlement agreement della UEFA. Riflettori puntati su Fininvest, quale ex proprietaria del club, e per la cui gestione negli anni 2014, 2015 e 2016 la proprietà attuale dovrebbe ricevere sanzioni. I cinesi pensano di dividerle con la vecchia gestione ma, da quell'orecchio, Fininvest non sembra sentirci. “All’atto del closing nella corposa documentazione, alla voce contenziosi, secondo quanto risulta a questa rubrica il nuovo compratore rinunciava infatti a qualsiasi richiesta in denaro in caso di multe dell’UEFA – ha concluso Festa -. La frase sarebbe stata evidenziata per evitare fraintendimenti successivamente. Quindi, anche in caso di contenzioso legale con il Biscione, non ci sarebbero le motivazioni per estendere le multe a Fininvest”.

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