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Milan bocciato a Rijeka. Che delusione le seconde linee

Luca Antonelli, Milan, foto @acmilan
Rijeka-Milan sarebbe dovuta essere l'occasione buona, per molti rossoneri, per mettersi in vista, invece le cose hanno preso tutt'altra piega...

Redazione

di Enrico Maggioni

Erano due le scelte a disposizione di mister Gennaro Gattuso per la gara, ininfluente, di Europa League a Fiume di ieri sera contro il Rijeka. Da un lato, la possibilità di schierare le seconde linee lasciando i titolari a Milanello ad allenarsi con calma e continuità; dall'altro, l'opzione di mettere in campo la miglior formazione possibile per consentire ai titolari di accumulare minutaggio ed intesa contro un avversario tutt'altro che trascendentale. La decisione finale di dare la possibilità alle seconde scelte di mettersi in mostra avrebbe potuto mettere in difficoltà il tecnico in caso di prova di orgoglio e carattere dei cosiddetti panchinari, la cui bella prova avrebbe acceso dibattiti sul maggior attaccamento alla maglia di coloro che giocano con minor frequenza.

Alla luce del risultato finale, si può ben dire che a Gennaro Gattuso viene meno d'ora in poi il problema del turn-over: considerata la debolissima prestazione degli undici scesi in campo ieri - con le poche eccezioni rappresentate da Luca Antonelli, Davide Calabria e Manuel Locatelli - il tecnico rossonero farà bene a concentrarsi sui giocatori rimasti a Milanello per le sedute atletiche. Se in difesa incolpevole è Marco Storari per le reti subite, deludenti sono state le prestazioni di Cristian Zapata, lento e distratto, e Gabriel Paletta, da troppo tempo lontano dal ritmo gara per ben figurare contro i veloci croati.

Le cose non sono andate meglio a centrocampo, dove se al giovane Zanellato vanno concesse le attenuanti della giovane età, è ancora una volta Lucas Biglia a mancare l'appuntamento con il ritmo e la la qualità: per un giocatore del suo carisma e della sua esperienza non può bastare una punizione ben calciata per salvare una prestazione insufficiente. Ancora più deprimente è la sintesi della prestazione degli attaccanti, tanto da costringere lo sconsolato Gattuso a definire André Silva "corpo estraneo". Una bocciatura senza appello per il giovane attaccante lusitano e, in senso lato, per tutta la seconda squadra. Non bastano le continue prese di responsabilità del mister calabrese ("La responsabilità è mia per i giocatori andati in campo"); serve una lucida presa di coscienza del momento complicato e della necessità di amare una maglia che troppi giocatori di stanza a Milanello snobbano.

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