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Lucas Hernandez, parla l’avvocato: “Evitata una reclusione ingiusta”

Milan Theo Hernandez Lucas Hernandez Francia (1)

Lucas Hernandez, fratello di Theo Hernandez, terzino del Milan, era stato punito con la reclusione per un reato di dieci anni fa.

Stefano Bressi

Ha rischiato di finire in carcere, Lucas Hernandez, fratello di Theo Hernandez, terzino del Milan, ma alla fine non succederà. Del caso del difensore del Bayern Monaco ha parlato a Marca il suo avvocato, Mauricio Gonzalez, che ha dichiarato: "È stato un calvario e mi sembra sorprendente che si dica che Lucas abbia evitato il carcere. Il titolo dovrebbe essere che il tribunale provinciale ha chiaramente revocato una risoluzione iniqua contro il mio cliente, che implicava la sua reclusione. Abbiamo taciuto davanti a tutti i commenti".

Sulle due falsità: "La prima è che Lucas non ha scontato la pena inflitta. È falso perché la sua condanna di 31 giorni (servizi sociali) è stata scontata collaborando con un'associazione nel lontano 2017. La fedina penale è pulita. La seconda è che Lucas ha due condanne per violenza di genere: non è mai successo. È stato un episodio isolato accaduto quando aveva 21 anni, da allora è maturato e non è più successo".

Mauricio González ritiene che la decisione del Giudice avrebbe potuto porre fine alla carriera sportiva di Lucas Hernández: "Il caso doveva essere esaminato con urgenza perché comportava una privazione della libertà per il mio assistito. Abbiamo dovuto sporgere denuncia presso il Consiglio Generale della Magistratura e davanti alla Corte Provinciale per risolvere ed evitare così un'ingiusta reclusione. Lucas sarebbe potuto finire in carcere e poi, sei mesi dopo, la Corte - come è avvenuto - si sarebbe pronunciata contro. Il passaggio in carcere avrebbe distrutto la carriera professionale di Lucas e anche la sua vita privata. Per questo motivo la sospensione della pena è stata giustificata in via d'urgenza dai tre magistrati della Sezione 26 del Tribunale provinciale un giorno prima dell'entrata in carcere decretata dal giudice”.

Gonzalez continua: "Non c'è responsabilità civile, non c'è una vittima come si è detto sui media perché sua moglie è stata il suo principale sostegno. Amelia non lo ha mai denunciato, lei ha chiesto l'assoluzione e per di più, nella comparizione del 18 ottobre ha chiesto alla Corte di applicare un criterio di prudenza in attesa della decisione della Corte Provinciale, ma non ha potuto nemmeno entrare in aula perché il Giudice non era d'accordo".

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