Come si è aperta l’opportunità Argentina? Sei andato subito al Boca o ci sono stati diversi passaggi? “Mi sono trasferito in Argentina a 12 anni a causa degli impegni lavorativi di mio padre. Prima di approdare lo scorso anno al Boca Juniors, ho praticamente dovuto rifare tutto d’accapo giocando in diversi Club più piccoli…” Quanto è diverso, a livello giovanile, il calcio argentino da quello italiano? “Il calcio qui in Argentina è completamente diverso. C’è molta passione ma anche pressione. In campo i difensori sono davvero duri e gli arbitri fischiano molto meno rispetto all’Europa. Questo costringe gli attaccanti a dover ricorrere all’abilità di palleggio e la velocità per saltare l’avversario. Il gioco complessivo è meno tattico, anche se negli ultimi anni si sta cercando di lavorare molto anche in tal senso.”
Il Milan sta scrutando talenti in Sudamerica: sei mai stato contattato dai rossoneri? “Sento molte voci di club italiani che mi stanno seguendo ma di concreto e ufficiale non so ancora nulla. Il mio compito è quello di onorare la ‘camiseta’ del Boca, a cui sono davvero grato per avermi sempre sostenuto, anche quando pareva che il permesso FIFA per giocare non arrivasse più…”Come mai? “Perché io sono un minorenne straniero e la FIFA è rigida quando ci sono casi come il mio,deve accertarsi che il padre lavora nel Paese, oltre ad altri requisiti”.
Che tipo di giocatore sei, qual è la tua migliore qualità e su quale particolare devi migliorare? “Il contropiede è il mio forte. Amo giocare di prima e in velocità, aggredire gli spazi, crossare e fare assist per i miei compagni. Mi piace calciare le punizioni. Devo migliorare molto nei colpi di testa”
Il tuo idolo italiano e quello argentino! “Il mio idolo in assoluto è argentino e si chiama Diego Armando Maradona. Ma oggi Tevez è da ammirare per la storia che ha alle spalle e per ciò che dimostra in ogni partita, classe, tenacia e grinta. In Italia il mio primo idolo è stato Baggio e poi Totti che ho avuto modo di veder giocare da vicino”
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