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Crudeli: “Derby più bello? Quello del 6-0. Suso e André Silva devono giocare”

Tiziano Crudeli
Tiziano Crudeli, giornalista e tifoso del Milan, a pochi giorni dalla stracittadina meneghina: “Inconcepibile che non ci sia un abbozzo di gioco”

Daniele Triolo

Tiziano Crudeli, giornalista e noto tifoso del Milan, è intervenuto ai microfoni di 'TMW Radio', in occasione della trasmissione 'Inter Line', per parlare del derby della Madonnina, in programma domenica sera, ma non soltanto. Ecco le dichiarazioni di Crudeli:

Su chi parte sfavorito nel derby: “Concetto molto sottile laddove la squadra favorita non vince quasi mai. I numeri dicono che l’Inter arriva al derby a +7 punti, anche se conquistati con grande fortuna ricordando i tanti legni colpiti dagli avversari. In maniera obiettiva, alla luce delle statistiche, è chiaro che i nerazzurri partono favoriti. Mi auguro comunque di vincere domenica”.

Sulla gestione di Vincenzo Montella: “Sono il primo ad aver criticato l’allenatore, così come la società e i calciatori. È inconcepibile che, dopo aver speso 238 milioni e comprato undici giocatori, non ci sia ancora un abbozzo di gioco. Non pretendiamo che si stravinca, ma quantomeno vedere un’idea di calcio ben precisa che, al momento, non c’è. Sono stati investiti 38 milioni per André Silva, Suso è tra i migliori tecnicamente in Europa, ma poi restano seduti in panchina”.

Sul suo derby più bello: “Indubbiamente quello della doppietta di Gianni Comandini. Un 6-0 indimenticabile”.

Sul suo derby più brutto: “In realtà trovo sempre qualche giustificazione. Quando nel 2009 abbiamo perso 4-0, ci sono state diverse componenti di follia nei singoli calciatori”.

Su come si vive il derby a Milano: “Quando anni fa giravo negli stadi, sono stato preso a calci e insulti. Ero praticamente in trincea. In Toscana mi identificavano non solo nel milanista “berlusconiano”, ma anche in ciò che rappresentava politicamente Berlusconi. Mi è capitato un po’ di tutto”.

Sulla proprietà cinese del Milan: “Al di là delle analisi critiche catastrofiche, contano i fatti. Sono stati investiti tanti soldi e c’è la volontà di continuare a farlo. Non è detto che il vero proprietario sia Elliott. Il caso del PSG può essere importante per certi fondi che fanno investimenti, a prescindere dai paletti del Fair Play Finanziario”.

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