archivio2015

COPPA ITALIA, trofeo (quasi) stregato per il Milan

Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan, per Aldegani non è lui il problema
Il Milan di Sinisa Mihajlovic ha messo tra gli obiettivi stagionali la vittoria della Coppa Italia, trofeo che piace da sempre ma che manca dal 2003

Daniele Triolo

Dopo aver eliminato, con un netto 2-0 firmato da Keisuke Honda e Luiz Adriano, il Perugia lo scorso 17 agosto, il Milan di Sinisa Mihajlovic torna a respirare stasera l'aria della Coppa Italia: in campo alle ore 21.00, sempre a 'San Siro', l'avversario sarà il Crotone, ed il Diavolo cercherà di superarlo agevolmente per accedere al turno successivo di coppa. La vittoria del trofeo nazionale, che da qualche anno ha assunto anche la denominazione di TIM Cup, è stato messo tra gli obiettivi stagionali dei rossoneri, che per il secondo anno consecutivo non disputano competizioni europee, anche se, a ben guardare, si tratta di un trofeo quasi stregato per i colori del Milan.

Nella sua storia, il Milan ha difatti conquistato appena 5 Coppe Italia, di cui ben 4 tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta: la prima fu conquistata nella stagione 1966-67, vinta per 1-0 sulla sorpresa Padova grazie ad una rete di Amarildo; la seconda arrivò nella stagione 1971-72, nel 2-0 a Roma sul Napoli in virtù dell'autogol di Panzanato ed all'acuto di Rosato; la terza fu vinta la stagione seguente, sempre sul 'campo neutro' dell'Olimpico di Roma, ma contro la Juventus: dopo l'1-1 dei supplementari, fissato dalle reti di Bettega per i bianconeri e di Benetti su rigore per il Milan, ai rigori prevalse il Diavolo. Quindi, il quarto successo rossonero arrivò nel 1976-77, nel derby contro l'Inter, battuta 2-0 a San Siro grazie alle reti di Maldera e Braglia.

In epoca moderna, il Milan è riuscito a conquistare l'ambita coppa nazionale soltanto in un'occasione, nella stagione 2002-2003, con Carlo Ancelotti in panchina, e nell'anno in cui riuscì il 'double' con la Champions League: quel Milan, infarcito di campioni quali Pirlo, Rui Costa, Rivaldo, Kakà, Shevchenko, Inzaghi e via discorrendo, sconfisse la Roma di Fabio Capello in una doppia, epica finale: la squadra meneghina si impose 4-1 all'Olimpico, replicando al momentaneo svantaggio firmato da Francesco Totti per i giallorossi nella ripresa con la doppietta di Serginho, l'autogol di Jonathan Zebina ed il sigillo proprio dell'ucraino Andriy Shevchenko. Al ritorno, a 'San Siro', Totti illuse la Roma con una doppietta, poi arrivò la rimonta firmata da Rivaldo e Filippo Inzaghi per il 2-2 finale che permise ai rossoneri di alzare al cielo la Coppa Italia per la quinta volta.

Un po' poco, se si pensa che il Milan può vantare ben 18 Scudetti e 7 Champions League (ex Coppe dei Campioni). Negli anni delle 'vacche grasse', quelli in cui il Diavolo mieteva successi in campionato ed in Europa, infatti, la Coppa Italia è stata sempre quasi snobbata, considerata un torneo di secondo piano, utile soltanto per far giocare qualche minuto ai calciatori meno utilizzati in Serie A e nelle competizioni internazionali. E' stato così nell'epoca di Arrigo Sacchi, che nel 1990 perse la finale in casa contro la Juventus per effetto di un gol di Roberto Galia dopo lo 0-0 dello stadio 'Delle Alpi', ed è stato così anche nell'epoca di Fabio Capello, dove i rossoneri sono arrivati al massimo in semifinale.

Questa sera, contro il Crotone, anche Mihajlovic manderà in campo tante seconde linee, anche se le sue intenzioni sembrano essere bellicose. “Se si perde, è una catastrofe”, ha sentenziato in conferenza stampa, ed il Milan, tra l'altro, necessita di una prestazione convincente in questo particolare momento della stagione: l'auspicio della tifoseria rossonera è che la squadra, quest'anno, persegua fino alla fine anche questo obiettivo, anche perché, non va dimenticato, vincere la Coppa Italia dà il diritto ad un posto in Europa League per la stagione successiva; particolare importante, per un Milan desideroso di tornare a giocare in Europa e con tante squadre davanti in campionato.

tutte le notizie di