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Cerci: ascesa e declino del “Robben di Valmontone”

Alessio Cerci, attaccante del Verona
Dalla consacrazione, italiana e internazionale al Milan, dove è iniziato un declino che sembra non avere fine. Ecco la storia di Alessio Cerci

Edoardo Lavezzari

EX SENZA RIMPIANTI

Sabato pomeriggio Alessio Cerci tornerà ancora una volta a San Siro per affrontare il Milan, squadra in cui ha militato per quasi tutto l'anno solare 2015, senza mai lasciare il segno. Oltretutto il suo addio è stato a dir poco polemico con il pubblico rossonero, che non solo non lo ha mai amato, ma lo ha spesso fischiato, tanto nella gestione Inzaghi, quanto in quella Mihajlovic. Il Milan, nella carriera dell'esterno di Valmontone, non è stata una tappa negativa, ma solo il secondo passo verso una spirale che sembra senza uscita se è vero, come è vero, che dalla fine della sua esperienza in rossonero, in oltre due anni e mezzo e con tre maglie diverse, Cerci ha segnato solamente 6 gol e consideriamo quanto anche il primo periodo all'Atletico Madrid e quello al Milan i gol diventano solo 8, dal settembre 2014 a oggi.

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I PRIMI ANNI

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Cresciuto nel settore giovanile della Roma, Cerci inizia a farsi notare nel 2007/08 quando, con la maglia del Pisa guidato da Gian Piero Ventura, chiude la stagione in Serie B con 21 presenze e 10 gol. Quello con "Mister Libidine" sarà un rapporto prolifico per il giocatore del Verona, che con il tecnico genovese scriverà le pagine più importanti della carriera. L'anno successivo passa, sempre in prestito all'Atalanta, con cui, in 13 partite, non segna nemmeno un gol. Nel 2009/10 torna alla Roma, proprietaria del suo cartellino, ma in giallorosso fatica a imporsi. Per lui, alla fine ci saranno 19 presenze e 3 reti, tutte in Europa League, dove Claudio Ranieri gli concede più spazio. Inevitabile, a questo punto, l'addio e la nuova tappa si chiama Firenze. In viola, in due stagioni difficili per il rapporto con i tifosi, riesce a fare cose buone, tanto da sembrare vicino al Manchester City di Roberto Mancini. In due anni colleziona 47 presenze e 12 gol, un buon bottino per un ragazzo giovane e di talento.

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GLI ANNI D'ORO: TORINO

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Nell'estate del 2012 passa al Torino in comproprietà per 2.5 milioni di euro e qui ritrova mister Ventura. I due anni in granata, alla corte di Ventura, segneranno l'apice della sua carriera. La prima stagione si chiude con 35 presenze e 8 reti, numeri importanti, che convincono il granata Presidente granata Urbano Cairo ad aprire il portafoglio e spendere 3.8 milioni di euro per riscattarlo dalla Fiorentina. Una scelta saggia, visto che nella stagione successiva Cerci, in coppia con Immobile, riporta il Torino in Europa a distanza di 19 anni dall'ultima volta. Le presenze in campionato sono 37, i gol 13 e gli assist ben 11 (primatista in Serie A) e il buon Alessio sembra pronto per fare l'ultimo salto di qualità.

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"IL CALCIO CHE CONTA"

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Le cose, invece, non vanno come il ragazzo vorrebbe. Il Torino, per cederlo, vuole una cifra adeguata ai suoi numeri e se molte squadre sondano il terreno nessuna sembra farsi avanti seriamente. Le tensioni, tra le parti, aumentano e quando alla fine l'Atletico Madrid lo compra per 15 milioni di euro l'allora fidanzata, oggi moglie, Federica Ricccardi scrive sui social "Saluti Serie A noi ce ne andiamo nel calcio che conta”. una frase che si rivelerà un boomerang per l'ormai ex Torino. A Madrid, complice una preparazione atletica estiva saltata quasi integralmente per le vicissitudini di mercato, Cerci non trova spazio: il "Cholo" Simeone non lo vede. In campionato gioca pochissimo, solo sei presenze, mentre in Champions League viene schierato tre volte e segna il suo unico gol con la maglia dei "Colchoneros". Cerci vuole spazio e l'avventura nel "calcio che conta" dura solo pochi mesi: a gennaio il "Robben di Valmontone" torna in Serie A, al Milan.

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IL FLOP ROSSONERO

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Il Milan di Filippo Inzaghi, una squadra in crisi di risultati e a cui serve un esterno alto di qualità per dare pericolosità al 4-3-3 schierato dall'ex bomber rossonero, sembra il posto ideale per rinascere. Cerci potrebbe recitare la parte dell'eroe che cambia una stagione difficile, ma tra il dire e il fare c'è un abisso. Inzaghi lo impiega con una certa continuità e Cerci gioca 16 partite, ma segna un gol solo, il 4 aprile, nella vittoria esterna sul Palermo. In estate, con nuovo allenatore Sinisa Mihajlovic, cambia anche il suo numero di maglia: l'undici è libero e il buon Alessio lo sceglie per ripartire, ma un cambio di maglia non basta per invertire una carriera che sembra essersi inceppata, anzi la seconda stagione in rossonero è più deludente della prima. Il rapporto col pubblico rossonero si incrina del tutto e i fischi non tardano ad arrivare, come anche la cessione, sempre in prestito, al Genoa.

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RINASCITA AL GENOA

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Arrivato al Genoa in prestito, dall'Atletico Madrid il 21 gennaio, nella speranza di giocare con continuità e prendere l'ultimo treno per Euro 2016, Cerci viene rivitalizzato dalla cura Gasperini (che in quella stagione oltretutto riesce anche a far fare un salto di qualità da molti inaspettato a Suso). A due giorni dal suo arrivo fa il suo esordio con la nuova maglia e in sei mesi riesce a collezionare 11 presenze, segnando 4 gol. Quello più pesante lo segna a San Valentino, proprio a San Siro contro il Milan in una giornata per lui dolce come il miele, ma amarissima per i suoi ex tifosi, che lo fischiano sonoramente.

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SPAGNA E ITALIA: ANCORA CRISI

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Sei mesi di buon livello non bastano per convincere il Genoa a puntare su di lui e il ritorno all'Atletico Madrid è inevitabile. Per lui, in Spagna, non c'è più spazio e si tratta una cessione. L'ultimo giorno di mercato sembra tutto fatto un passaggio al Bologna, ma Cerci non supera le visite mediche, per un problema al ginocchio: l'affare salta. Il 2016/17, quindi, lo passa ancora alla corte di Simeone, che impiega in due occasioni: una in campionato, una in Copa del Rey. A giugno, inevitabile, la risoluzione contrattuale e per Cerci inizia una nuova avventura: per lui c'è il Verona, dove ritrova Pazzini, con cui ha giocato metà stagione al Milan. La stagione dei gialloblu, però, è deludente e la Serie B è a un passo: quella dell'ex Torino non è da meno. Fin qui, per lui, ci sono 21 presenze con 2 gol (uno su rigore) e 3 assist. Poco, troppo poco, per chi doveva essere la gemma del mercato estivo di una neo promossa che sognava una stagione di tutt'altro tenore.

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