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Borriello e Paloschi, la carica degli ex: Milan, attento a quei due

Marco Borriello, ex centravanti del Milan, qui con la maglia della SPAL
Nella sfida di domani contro la SPAL, il Milan avrà di fronte due suoi prodotti del vivaio, cioè Marco Borriello e Alberto Paloschi: fare attenzione è d'obbligo

Donato Bulfon

MARCO BORRIELLO

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"Non rimpiango niente. La strada che ho preso mi ha arricchito a livello personale. Sono stato al Milan per sei stagioni. Ho giocato poco, tranne nella stagione di Leonardo, ma ho vissuto con dei campioni: è stata una scuola di vita. Lì ho imparato tutto: la cultura del lavoro, la gestione della pressione, il rispetto. Nello spogliatoio mi giravo e vedevo solo capitani di ogni nazionale. Pazzesco. Il ricordo più bello è l’esordio in A. Nell’anno di Leonardo ho segnato tanto e siamo andati in Champions. Pensavo di restare, da titolare. Invece mi hanno ceduto. L’anno dopo realizzai a San Siro il gol della vittoria della Roma ed esultai: dissero che ero polemico con i tifosi, ma io ce l’avevo con Galliani. Aveva deciso di vendermi e se non avessi accettato mi avrebbe messo fuori rosa insieme a Huntelaar. Lui voleva prendere Ibrahimovic e Robinho. E diciamoci la verità: al suo posto io avrei fatto lo stesso. Ma poi ho fatto pace con lui".

Queste sono le parole di Marco Borriello, parlando di Milan qualche anno fa. Lui, il bomber dalla valigia in mano. Tante squadre ma anche tanti gol, spesso decisivi. In rossonero lui ha iniziato a giocare, a respirare il grande calcio, in un periodo in cui Milan era sinonimo di campioni. Gol e polemiche: correva l'anno 2010 e Borriello aveva segnato molto, 15 gol nel Milan del 4-2-fantasia targato Leonardo. Ma il brasiliano va via, arriva Allegri in panchina e Galliani punta Ibra e Robinho. Per Marco lo spazio nella squadra dov'è cresciuto, non c'è più. E allora il risentimento, il passaggio alla Roma, il gol con esultanza e le polemiche. Ora, a distanza di anni, Marco Borriello torna ancora a San Siro, dopo una stagione fantastica a Cagliari e con il nuovo progetto SPAL. Senza rancori o dissapori, Marco proverà a fare quello che ha sempre fatto, cioè gol. Certo, non sarà facile, ma tentar non nuoce...

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ALBERTO PALOSCHI

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Era il 10 febbraio 2008, quando il Milan non riusciva a sbloccare la partita contro un indomabile Siena. Ma il ragazzino di appena 18 anni, compiuti da poco più di un mese, entra, segna in 18 secondi e regala i tre punti ai rossoneri. Il ragazzino era Alberto Paloschi che subito venne battezzato con la nomea del nuovo Inzaghi. Certo, mister Ancelotti ci aveva visto giusto, il ragazzo aveva stoffa e lo ha dimostrato anche nelle stagioni successive, quando tra Parma, Genoa e Chievo realizza oltre 60 gol in 8 stagioni. Ma quell'etichetta di predestinato, di nuovo SuperPippo, beh, quella è sempre pesata come un macigno.

In rossonero Paloschi ha giocato poco, 9 gare segnando 4 gol, tutti da giovanissimo. Era normale aspettarsi quindi qualcosa in più. Negli ultimi anni, però, tra Swansea e Atalanta, poche partite e pochi gol. Ora Paloschi prova la rinascita alla SPAL e domani torna a San Siro, cioè lo stadio che appena maggiorenne lo ha coccolato, amato e mai dimenticato. Sarà dura tornare protagonista, ma ora l'importante è esserci, poi si vedrà.

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