archivio2018

André Silva: “Adattarsi all’Italia la difficoltà maggiore. Sogno il Mondiale”

André Silva, Milan, Getty Images
In un'intervista alla rivista ufficiale del club, André Silva si racconta a 360°, tra il primo anno in Italia, l'esperienza al Milan e l'imminente Mondiale

Luca Fazzini

Sbarcato a Milano la scorsa estate, André Silva non è riuscito a mostrare pienamente ciò di cui è capace. Ciò nonostante, il portoghese è pronto ora a prendersi la sua nazionale, in vista del Mondiale di Russia. In un'intervista ai microfoni della rivista ufficiale del club, Forza Milan!, l'ex Porto afferma: "È la prima volta che vivo lontano da casa e dalla spiaggia, sono abituato a 'respirare' il sale. Spesso passeggiavo o andavo in bicicletta sul litorale, ma le cose cambiano e bisogna sempre guardare avanti".

Sul Mondiale: "Dobbiamo essere convinti delle nostre possibilità, non andremo in Russia solo per divertimento. Vincerlo è il sogno di tutti i calciatori. Sappiamo che sarà difficile, tutti pensano a vincere nel nostro girone: Spagna, Iran e Marocco. Ma dobbiamo essere convinti delle nostre possibilità, non andremo in Russia solo per divertimento".

Sugli sport praticati da bambino: "L'hockey su pista l'ho praticato soprattutto per imparare ad andare sui pattini, inoltre mi piace andare in bicicletta e sul kart. Ma devo andarci con gli amici, da solo non posso".

Su ciò che maggiormente gli manca: "La famiglia. È molto numerosa, sono cresciuto con i miei genitori, con mio fratello e con i miei cugini. In vacanza, se non andavo con i miei amici, stavo con loro. La mia famiglia è molto unita, a ogni compleanno eravamo tutti presenti, ogni domenica ci si ritrovava tutti insieme".

Sul calcio italiano: "La preparazione fisica diversa non è importante, perché sono forte da quel punto di vista. La difficoltà principale è adattarsi allo stile di vita, al cambiamento di abitudini: la lingua, le persone, la squadra. Non sono italiano e sono qua da solo, parlo solo il portoghese mentre gli altri parlano italiano e molti in spagnolo".

Sull'aiuto del padre: "Sì, mi ha seguito in tutte le partite, da bambino spesso guardava anche gli allenamenti. Comprò anche una videocamera per filmare le gare e poterle ricordare in futuro. Ora purtroppo non riesco più a guardarle, erano in formato VHS".

Su di lui: "Devo migliorare nell'uso del piede sinistro. Ma non solo, posso migliorare nel dribbling e nel tiro in porta. Si può sempre progredire, non mi pongo limiti".

Sul suo difetto: "Forse penso troppo al lavoro e poco al riposo. Se ho un traguardo, lo inseguo e non penso ad altro. Se qualcosa mi piace, lo voglio subito".

TI POSSONO INTERESSARE ANCHE:

SEGUICI SU:  ///  ///  ///  /// 

SCARICA LA NOSTRA APPiOS /// Android

tutte le notizie di