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Weah, sono 50! ‘King George’ spera: “Milan, tirati su. Se i cinesi portano i soldi …”

George Weah, AC Milan
George Weah compie 50 anni: l'ex centravanti rossonero ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport', sperando in una pronta ripresa del 'suo' Milan

Daniele Triolo

I 50 ANNI DI WEAH

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Oggi, George Weah compie 50 anni, anche se, come sottolineato dall'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport', potrebbero e dovrebbero essere molti di più. Diversi compagni di squadra, all'epoca della sua militanza rossonera (dal 1995 al gennaio 2000, 147 presenze, 58 gol), dicevano infatti che già quando era arrivato al Milan doveva averne almeno 35, quindi 6 in più di quanto riportato dalla sua carta di identità. Weah ha rilasciato un'intervista alla 'rosea', nella quale ha toccato vari argomenti, tra cui, naturalmente, il suo Milan. Leggiamo alcuni interessanti stralci del suo intervento.

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LA POLITICA

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“Se dopo la sconfitta del 2005, nel 2017 vedremo Weah Presidente della Liberia? Voglio lavorare per il mio Paese, per la mia gente. La Liberia ha 169 anni, niente è facile, neanche il prossimo anno. Aspettiamo”.

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IL CALCIO

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“Non l'ho dimenticato, però ora lo vedo come sport alla tv, come un vecchio di cinquant'anni. Scherzo, ho ancora il fisico, ogni giorno alle 8 vado in palestra e mi faccio i muscoli”.

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IL MILAN

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“Ho visto qualche partita e in effetti non è stata una soddisfazione. Però il Milan è il Milan, spero che ogni cosa funzioni. Non va bene che la gente allo stadio sia triste. Il mio Milan, quello dei due Scudetti, era fortissimo. Mai vista una squadra così”.

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I CINESI

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“Che effetto fa sapere di un Milan 'cinese'? Se possono fare una grande squadra, perché no? Con il PSG è stato uguale, per comprare i campioni servono soldi”.

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GLI AMICI ROSSONERI

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“Ho visto Marco Simone l'anno scorso, lui per me è sempre stato un fratello. L'altro ieri ho parlato con Ibou Ba, e ovviamente sento il mio amico Umberto Gandini, che ora è alla Roma”.

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IL FIGLIO TIMOTHY

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“Sono contento (, n.d.r.). Ringrazio Dio per questo fantastico giocatore, mio figlio. Spero che cresca bene, umile, e diventi molto più forte di me”.

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