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Ulivieri: “Milan e Inter non sono più club leader”

Ulivieri
Secondo Ulivieri i due club di Milano non hanno pazienza e mandano all'aria il progetto alle prime difficoltà, ma restano comunque appetibili per i tecnici.

Stefano Bressi

Il presidente dell'Associazione Italiana Allenatori, Renzo Ulivieri, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport sulle difficoltà degli allenatori a Milano, visto che se ne sono succeduti 17 in soli 7 anni. Parere importante, vista l'esperienza sia da tecnico che da docente a Coverciano. Ovviamente tende a difendere i colleghi, ma analizza sia gli errori di Milan e Inter che quelli degli allenatori. Ecco le sue parole.

Sulla Milano del calcio e le difficoltà: "Milan e Inter stanno attraversando un momento delicato, con difficoltà prima che economiche soprattutto gestionali. Sono due club con un grande passato che non accettano di non essere più leader. Per questo alle prime difficoltà mandano all'aria il progetto invece di credere nelle scelte fatte".

Sugli errori: "Ricominciare sempre da zero è complicato, perché una squadra perde certezze e deve ogni volta adattarsi a un nuovo sistema di gioco e ci vuole tempo. Parlo in generale, non solo di Milan e Inter. Nel calcio servirebbe più riflessione".

Sul futuro: "L'allenatore ha dentro di sé uno spirito pionieristico e sa che quando viene chiamato in una società c'è una situazione da raddrizzare e che la cosa può andare anche male. Senza questo spirito non potrebbe svolgere questa professione".

Sulla perdita di appeal: "Milan e Inter restano due top club e San Siro è un teatro fantastico, non si perde appeal".

Su Montella: "Vincenzo ha un'idea chiara di gioco e anche quest'anno a tratti ha messo in mostra il calcio che lo aveva caratterizzato alla Fiorentina. Fa parte degli allenatori che vogliono vincere con il bel gioco".

Sull'Inter: "Era impensabile una situazione del genere a giugno. In questo caso il discorso è strutturale. Il club ha cambiato proprietà e c'è da rifare la squadra. L'allenatore da solo non ce la può fare".

Su Pioli: "Quando sono andato ad Appiano Gentile l'ho visto lavorare bene e con entusiasmo. Quello era il momento della resurrezione dell'Inter, il suo esonero è stato una sorpresa".

Sul prossimo nome interista: "La scelta non spetta a me e non ho nomi da suggerire".

Sul futuro di Milan e Inter: "Quando ci sono cambi di proprietà è normale ci sia un periodo di transizione. All'Inter sta capitando e non sempre la cola è stata di chi si è seduto in panchina. Lo dico da appassionato di calcio, ma è ovvio che sia dalla parte dei tecnici".

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