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Super Insigne, Milan ko: rossoneri spenti in attacco e ancora poco squadra

Insigne Napoli-Milan
Non è bastata una reazione nel secondo tempo: il Milan cade anche a Napoli sotto i colpi di un super Insigne e chiude il quadro delle sconfitte con le big

Luca Fazzini

Da una parte il Napoli, che vince ancora e continua a comandare. Dall'altra il Milan, all'ennesima sconfitta contro una big che la precede in classifica. Mancavano solo gli azzurri - sottolinea l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport - per completare il quadro. Ciò a cui si è pensato tutta la partita, però, è altro: Lorenzo Insigne. Un giocatore in grado di dribblare, inventare e segnare, capace di decidere la partita contro i rossoneri. Quello stesso Lorenzo Insigne che, nel doppio playoff con la Svezia, ha totalizzato 15' totali.

Il Napoli, sottolinea la Rosea, ha uomini migliore ma soprattutto, rispetto al Milan, è una squadra. Il Diavolo continua la ricerca di se stesso, anche se questa partita - eccezion fatta per alcune scelte di Montella - ha evidenziato la crescita dei rossoneri. Il passivo, al fischio finale, è stato anche più gentile di quanto visto in campo: troppo pochi i tiri degli ospiti, troppi (16) quelli dei partenopei. Montella può sorridere per il dato del possesso palla, maggiore rispetto a quello degli avversari, a cui si aggiunge un baricentro leggermente più alto rispetto al solito.

Ciò che continua a non funzionare è il reparto offensivo. Locatelli nella coppia dietro le punte non era proprio nel suo ruolo e anche Jack Bonaventura, largo in fascia, non ha reso al meglio. L'idea iniziale dei rossoneri era quella di rispondere al palleggio del Napoli in un modo molto simile. Il problema è che gli azzurri avevano una vera e propria rete di passaggi, mentre il Milan spesso ripiegava su passaggi all'indietro che rallentavano la manovra.  Nel secondo tempo, positiva la reazione di Montolivo e compagni: i rossoneri hanno fatto la partita ma si sono dovuti fermare davanti alla coppia Koulibaly-Albiol, anche a causa della poca incisività di Kalinic e André Silva. Montella può sorridere: il suo Milan è sulla strada giusta, ma davanti serve qualcosa in più.

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