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Saponara: “Con il Milan ho sempre una sana voglia di rivincita”

Riccardo Saponara, giocatore dell'Empoli
Saponara si appresta a sfidare la sua ex squadra. Ammette non fosse pronto per il Milan, ma dice di essere migliorato molto e di volere una sana rivincita.

Stefano Bressi

Qualche anno fa il Milan ha acquistato Riccardo Saponara. È arrivato come il nuovo Kakà, come un giovane talento pronto a esplodere e a trascinare i rossoneri. Non è stato niente di tutto ciò. Il trequartista ha trovato poco spazio e ha lasciato molto presto Milanello, in direzione Empoli, dove sicuramente ha fatto meglio. La sensazione, però, è che nelle grandi piazze non riesca a esprimersi al meglio. Adesso è pronto a far ricredere tutti alla Fiorentina e stasera a San Siro dovrebbe partire titolare contro la sua ex squadra: "Dopo il fallimento al Milan mi porto dietro l'etichetta di giocatore non adatto a certe piazze, ma in rossonero non ero pronto a reggere certe pressioni. Con la Fiorentina sarà un'altra storia. Non posso sbagliare - riporta La Gazzetta dello Sport - Spero di giocare stasera, nelle ultime sfide al Milan ho fatto due gol e un assist. Con i rossoneri ho sempre un po' di voglia di sana rivincita".

Sul perché sia andata male al Milan: "Ero inesperto e immaturo. Inoltre era un periodo difficile per il Milan. Ho visto tre allenatori: Allegri, Seedorf e Inzaghi. Non era facile investire su un giovane".

Il ricordo più bello: "Il Derby da titolare. Fu una piacevole sorpresa di Allegri. Giocai bene, ma perdemmo 1-0".

Sull'infortunio al ginocchio: "Si è trasformato in una bella cosa: nel periodo di riabilitazione a Forlì ho conosciuto Giulia, la donna della mia vita".

Su Sarri all'Empoli: "Un aneddoto: primo giorno di ritiro con l'Empoli in Serie B, Sarri mi dice 'Tu non ti rendi conto di essere un grande giocatore'. Io mi sono voltato pensando parlasse a un mio compagno. È stato molto importante".

Sul trequartista: "È il mio ruolo. Sono cresciuto, da tifoso del Milan, con il mito di Kakà, un trequartista".

Il miglior trequartista attuale: "Ozil".

Sui compiti del trequartista: "Per cinque anni ho avuto un motivatore. Poi ho capito che dovevo dar sfogo al mio istinto e non diventare un robot. Dovevo divertirmi per poter rendere al meglio. Ha funzionato. Fantasia e allegria sono il binomio vincente".

Su Giampaolo: "È un uomo formidabile. Sembra un mite, ma ha una personalità forte. Mi ha dato tanto come persona e continuo ad avere rapporti con lui".

Su Sousa: "Mi stimola e mi aiuta. Ho ancora bisogno di un po' per entrare nei meccanismi della Fiorentina, ma sono sulla buona strada".

Sulle possibilità della Fiorentina: "Può arrivare in Europa, tra le prime sei".

Sulla sfida con il Milan: "Il Milan non è quello dell'andata. Lo dobbiamo temere, ma dobbiamo anche sapere che possiamo vincere".

Milanisti da tenere d'occhio: "Avrei detto Bonaventura, ma purtroppo non ci sarà. Mi piace Suso, ha avuto bisogno di tempo. I talenti vanno fatti maturare con calma. E coraggio".

Sull'impatto viola: "Fantastico. Gli italiani mi hanno accolto come se fossi con loro da una vita e il blocco straniero è sano".

Sulla Nazionale: "Sarebbe un cerchio che si chiude. Realizzare il sogno della mia vita. La Fiorentina è il palcoscenico giusto".

Sull'Europa League: "Gran gol di Bernardeschi, ma tutta la squadra ha dimostrato qualità e grinta. La Fiorentina non è solo tacco e punta. Sa lottare".

Passioni extra-campo: "Il cinema. Con Giulia puntiamo spesso sugli horror per non addormentarci sul divano troppo presto".

Una dedica per la nuova avventura: "A me stesso. Non è stato un finale di 2016 facile. Invece il destino mi ha regalato un assist fantastico. Devo fare gol e lo farò".

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