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Pasalic: “Milan, la Juventus si batte di squadra”

Mario Pasalic, nuovo centrocampista dello Spartak Mosca
Pasalic, autore del rigore decisivo contro i bianconeri nella Supercoppa Italiana 2016, ricorda quell'esperienza e consiglia i rossoneri per stasera.

Stefano Bressi

L'ultimo trofeo vinto dai rossoneri è la Supercoppa Italiana contro la Juventus a dicembre 2016. Protagonisti? Giacomo Bonaventura con il gol dell'1-1, Gianluigi Donnarumma con la parata sul rigore di Paulo Dybala e, ovviamente, Mario Pasalic che ha segnato il gol decisivo dal dischetto. Il croato ha vestito la maglia del Milan solo lo scorso anno e non ha lasciato grandi tracce, ma il suo nome sarà ricordato per sempre e potrà dire di aver alzato un trofeo in faccia alla Juve da protagonista. L'ultimo dell'era di Silvio Berlusconi. E pensare che lui sul dischetto neanche doveva esserci. Ecco cosa racconta a "La Gazzetta dello Sport": "Quando abbiamo deciso i nomi dei rigoristi io ero il terzo. Poi Kucka disse che avrebbe preferito tirare lui per terzo, come faceva di solito. Così mi sono ritrovato ultimo. Per me però non ha fatto differenza, ero molto fiducioso". Ma non solo, perchè c'è un altro clamoroso dettaglio: "Ho sempre giocato in squadre dove c'erano grandi specialisti, era il mio primo rigore da professionista".

Chi l'avrebbe mai detto, guardando il rigore perfetto che ha calciato Pasalic. Palla sotto l'incrocio e Gianluigi Buffon spiazzato. Ora Mario gioca nello Spartak Mosca e a poche ore da un'altra finale, di Coppa Italia, tra Juventus e Milan ricorda volentieri quella notte. Stasera si gioca a Roma e non a Doha, ma cambia poco: "Quando ho visto il pallone entrare sono andato fuori di testa. Non capivo nulla. Ci ho messo qualche giorno per calmarmi e realizzare. Vincere un trofeo contro una squadra che domina da anni è una sensazione fantastica. È stato il mio primo titolo in carriera, il punto più alto da quando gioco a calcio". E allora ecco qualche consiglio per stasera: "La cosa più importante di quella sera fu semplicemente giocare da squadra. È quello che il Milan dovrà fare anche stavolta. Ci siamo caricati pensando a tutti i trofei vinti da questo club in passato e ci siamo detti che ora toccava a noi scrivere la storia. Sono orgoglioso di ciò che ho fatto ed è stato un onore vincere l'ultimo trofeo dell'era Berlusconi. Credo che il Milan possa farcela di nuovo, farò un grande tifo. Sono rimasto legatissimo al club, mi auguravo di restare. Mi capita ancora di sentire Cutrone, Locatelli, Calabria e ovviamente Kalinic, mio connazionale. Sarebbe grandioso fosse lui a decidere la sfida".

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