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Milan, da Giampaolo a Pioli un girone dopo: la scala ora è meno ripida

Il Milan si prepara a scendere in campo contro il Genoa, un girone dopo la sfida che decise l'esonero di Giampaolo: con Pioli la scala è meno ripida

Alessio Roccio

NEWS MILAN - Il Milan un girone dopo. Diciotto gare fa, infatti, il club rossonero affrontava la trasferta di Marassi dopo aver perso contro malamente in casa della Fiorentina e precedentemente contro Torino e Inter. Insomma, l'avventura di Marco Giampaolo, il discepolo di Arrigo Sacchi, era segnata e nemmeno una vittoria contro il Genoa consentì all'allenatore abruzzese di salvarsi. I rossoneri vinsero quella gara 2-1 con Pepe Reina che parò un calcio di rigore molto dubbio all'ultimo minuto, ma la seconda sosta stagionale fu l'occasione migliore per cambiare guida tecnica e cercare di dare una svolta.

Una svolta che fatica ad arrivare. Il Milan viene affidato al "normalizzatore" Stefano Pioli, un termine che però a lui non piace molto. I rossoneri partono con un pari contro il Lecce, tanti bassi e pochi alti, ma dall'inizio del 2020 con il cambio modulo e il ritorno di Zlatan Ibrahimovic le cose cambiano e forse la svolta sembra davvero arrivata. Fondamentale perlomeno per salvare una stagione che fino a quel momento era incredibilmente buia e senza gioie per il pubblico milanista.

La debacle di Bergamo contribuisce ad accelerare l'arrivo dello svedese che pochi giorni dopo firma il contratto di 6 mesi col club di via Aldo Rossi. Nemmeno il tempo di sistemare le valigie e viene mandato subito in campo. Dopo il pari senza reti contro la Sampdoria di inizio gennaio, i risultati si vedono subito. Sette risultati utili in campionato su 8 sfide, con l'unica sconfitta che riguarda il derby. Undici gare se contiamo anche la CoppaItalia, dove il Milan si giocherà la gara di ritorno dopo aver pareggiato 1-1 contro la Juventus a San Siro.

Castillejo e Rebic revitalizzati, Calhanoglu migliorato, Bennacer in costante crescita, l'esordio di Gabbia tra i pregi del lavoro di Pioli. Rimangono alcuni elementi come Leao e Paquetà ancora fuori dal progetto tecnico e Bonaventura che rischia fortemente di dire addio al club a fine anno. Ma se il Milan di oggi ha molte più luci che ombre rispetto ad un girone fa, lo si deve alla mano dell'allenatore di Parma. L'Europa ora è alla portata. Quale sarà, invece, il futuro di Ibra? Continua a leggere>>>

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