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Massaro e la chiave del derby: “Se Suso si accende sono guai per l’Inter”

Daniele Massaro Milan
Daniele Massaro, ex giocatore del Milan, ha concesso un'intervista alla "Gazzetta dello Sport", in cui ha parlato del derby di domani sera a San Siro

Salvatore Cantone

Daniele Massaro, ex calciatore del Milan, ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di derby: "Da bambino desideravo vestire la maglia rossonera più di ogni altra cosa al mondo. Quando è successo è stato il giorno più bello della mia vita dopo quello in cui è nata mia figlia".

Che cos’è il derby per Massaro?

"Quella partita per la quale non è ammissibile la parola “sconfitta”. Prendete il primo gol che feci in un Milan-Inter. Era il terzo di un 3-0, eppure ho goduto come un matto: in quel momento realizzai che erano definitivamente al tappeto e non avrebbero più recuperato"

Poi sono arrivate le reti pesanti. Altre 2, su 18 sfide con i nerazzurri in carriera. Partiamo dalla prima: Milan-Inter 1-0 del 18 aprile ’92. Massaro all’89’

"Forse la mia più brutta partita di sempre. Non l’ho mai presa. Poi Fuser va sulla fascia e io scivolo mentre sto per scattare: Ferri, che mi marca, si gira, non mi vede e si sposta. Io mi rialzo, spunto dal nulla, colpisco di testa e San Siro esplode".

Derby del 20 marzo ‘94, 2-1. Ancora Massaro, ancora all’89’

"Entro sull’1-0 per noi. Calcio d’angolo per l’Inter, mi distraggo e lascio sfilare un pallone che Schillaci infila alle mie spalle: 1-1 all’86’, un dramma. Tre minuti dopo mi sono fatto perdonare: palla lunga, stop di petto, sinistro e 2-1. Fantastico, anche se dovetti sentire i vaffa di Galliani: era andato via dopo il pari e quando segnai era in taxi, esultò alla sua maniera e si diede una gran botta alla testa".

Come preparava i derby?

"Da Milanello a San Siro mi addormentavo sul pullman... (ride, ndr). Riuscivo ad essere concentrato quando contava senza farmi prendere dall’agitazione. La nostra forza era anche quella: la consapevolezza di potercela fare si materializzava alla fine dell’ultimo allenamento del sabato. E quei 90 minuti erano una liberazione: a Milanello, con Sacchi e Capello, erano battaglie, le botte che prendevi contro l’Inter erano nulla in confronto... Il segreto per vincere un derby è prepararlo in maniera maniacale, mentalmente e fisicamente".

E avere un «Provvidenza» in squadra, che ti tira fuori dagli ingorghi. Nel Milan di oggi, Cutrone studia da stagista?

"Me lo auguro, e l’ho detto anche a Gattuso: quando Patrick gioca da titolare, parte bene ma cala di intensità. Se entra a gara in corso, invece, è speciale: in questo momento è l’uomo che cambia i match, come con la Roma e l’Olympiacos, o nel derby di Coppa dell’anno scorso. Le sue sono prestazioni di qualità e non di quantità, come è successo a me nell’ultima fase della carriera. Deve capire che ha un margine di miglioramento incredibile: deve essere umile e sfruttare gli anni che ha davanti, imparando da Higuain".

Meglio Higuain o Icardi?

"Mauro è cresciuto molto. Da un anno ha smesso di giocare per sé e aspettare in area, ora è in simbiosi col gruppo. Ma mi tengo Gonzalo, più completo".

L’avversario più tosto nei suoi derby e nella sfida di domani?

"Ai miei tempi Bergomi e Ferri: ne ho prese tante, per fortuna loro non c’era la Var (risata, ndr)... Domani occhio a Perisic e Brozovic: si alzano la mattina e dicono “Oggi faccio la differenza”. Se succede, non li prendi mai. Ma noi abbiamo Suso, quando si accende sono dolori per l’Inter".

In questi anni ha visto passare parecchi tecnici a Milanello, da calciatore ne ha avuti solo due, Sacchi e Capello. Gattuso può restare a lungo come loro?

"Sì, perché rispecchia i valori del Milan: passione, lavoro, dedizione. Dicono che non abbia esperienza ma non c’è nulla di più sbagliato. Gli anni a Palermo, Creta e Pisa, in situazioni sempre poco ordinarie, lo hanno formato. Ha una dote fondamentale per chi allena ad alti livelli: sa gestire la pressione. E il suo Milan gioca bene".

E in rosa, ci sono giocatori che immagina ancora rossoneri tra dieci anni?

"Romagnoli, Cutrone, Calabria, Donnarumma. Potrebbero diventare milanisti da record, alla Maldini, hanno uno spessore diverso rispetto ad altri. E se inizieranno a vincere…".

Higuain dice che vuole farlo subito, Elliott si è dato 3-5 anni

"Serve tempo e visione di insieme. La nuova società ce l’ha: è solida, ha scelto uomini giusti in tutti i settori, da Leo e Paolo, che hanno portato credibilità e competenza, a Gazidis, l’Higuain dei manager. Il ritorno in Champions è alla portata". A proposito di società,

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