Roberto Mancini, ex allenatore di Fiorentina, Lazio, Inter, Manchester City e Galatasaray, oggi è tecnico dello Zenit, compagine della Russian Premier League. In un'intervista rilasciata oggi ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport', però, non ha nascosto il suo desiderio più profondo: quello di allenare un giorno la Nazionale Italiana.
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Mancini: “Se mi chiamasse il Milan non avrei problemi: lavoro bene con tutti”
“Ho un sogno: vincere da C.T. ciò che non ho vinto da calciatore. Un Mondiale. E' da 40 anni che lavoro tutti i giorni, da calciatore e da allenatore. E poi sono giovane: posso ritornare in un club dopo la Nazionale. In grandi club ho lavorato e vinto: allenare la Nazionale è bello, sarebbe un onore, un orgoglio – ha detto Mancini -. E vincere un Europeo o un Mondiale ancora di più. I giocatori bravi ci sono: mi piacciono Andrea Belotti, Lorenzo Pellegrini, Alessio Romagnoli che può crescere ancora tanto. Ed ogni stagione ne vengono fuori altri. Gli italiani hanno qualcosa in più: c'è materiale per impostare un buon lavoro, dando magari una logica comune alle varie Under, come succedeva quando le frequentavo io. Presidente Federale? Mi piacerebbe vedere al lavoro ex giocatori, ma non solo per il fatto che lo siano stati. Solo quelli hanno qualcosa da dare, con passione e carisma. E in posti proporzionati alle loro conoscenze ed alle loro esperienze. Le bandiere non servono. 5 milioni stanziati dalla F.I.G.C. per il nuovo C.T.? I soldi non sarebbero un problema, ma precisiamo: stiamo parlando in libertà, io ho un contratto con lo Zenit che sta facendo bene”.
Interpellato, poi, sulla situazione del Milan, Mancini si è espresso così alla 'rosea': “Con Marco Fassone ho lavorato benissimo all'Inter. Anzi, ritengo che l'errore più grande dell'Inter sia stato proprio quello di far partire Fassone, competente e brava persona. Il primo anno avevamo fatto bene: eravamo arrivati quarti che oggi vorrebbe dire Champions League. In genere, squadra che vince non si cambia: non andò così. Le critiche a Massimiliano Mirabelli? Un conto è fare l'osservatore, un conto è fare il direttore sportivo in un club come il Milan. Massimo ha bisogno di fare esperienza e di imparare, ma i giocatori li vede e farà bene anche al Milan. Io dico che il Milan ha acquistato buoni giocatori: per il salto di qualità servirebbero 2-3 pedine di grande valore, ma non è facile convincerle a venire a giocare in Italia. E quanto ti costano nel mercato di Philippe Coutinho? Se avrei problemi con i cinesi, o per i colori 'avversi', qualora Fassone e Mirabelli mi chiamassero al Milan? No, io lavoro bene con tutti e non ho problemi di colori”.
Quindi, il 'Mancio' ha parlato anche di Mario Balotelli: “Non l'ho seguito molto, ma ho visto che ha segnato tanto. Per il bene che gli voglio, spero che possa togliersi ancora tante soddisfazioni. Ha solo 27 anni. Deve tornare in Nazionale: uno come lui le partite può anche vincerle da solo”. Conclusione dedicata a due colleghi che, di recente, hanno perso il posto di lavoro: “Se sono più sorpreso dal licenziamento di Vincenzo Montella o da quello di Siniša Mihajlović? Un allenatore esonerato non è mai una sorpresa, fa parte del suo lavoro. Con Siniša non mi sento da parecchio tempo ...”.
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