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L’Uefa dice no al Milan: tanti dubbi su Yonghong Li

Yonghong Li Milan
La notizia era nell'aria, ma ieri è arrivata l'ufficialità: l'Uefa ha respinto il voluntary agreement del Milan. Uno "schiaffo" all'immagine del club

Salvatore Cantone

Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, adesso è ufficiale: l'Uefa ha respinto il voluntary agreement presentato dal Milan lo scorso luglio a Nyon. Di conseguenza, se la società dovesse qualificarsi ad una manifestazione europea, verrà sottoposta a una serie di limitazioni e sanzioni, che verranno stabilite in primavera. Il massimo organismo calcistico è stato chiaro soprattutto su un punto: "a oggi, ci sono ancora incertezze per quanto riguarda il rifinanziamento del debito che deve essere rimborsato a ottobre 218 e le garanzie finanziare fornite dall'azionista di maggioranza". In sostanza tutto credo si traduce nel fatto che l'Uefa non crede nella continuità aziendale del Milan e nel suo presidente Yonghong Li.

MILAN - Subito dopo il verdetto della Uefa, è intervenuto Marco Fassone, che attraverso il sito ufficiale della società, ha spiegato la situazione: È una decisione che era attesa. La UEFA un paio di settimane fa ci aveva fatto delle richieste praticamente impossibili. Cioè ci aveva chiesto di completare prima della loro decisione il rifinanziamento del debito che scade a ottobre e di fornire garanzie sufficienti a dimostrare la capacità della proprietà di finanziare il club e le perdite che il club farà nei prossimi anni attraverso il deposito di una somma molto importante di denaro o garanzie bancarie. Cosa impossibile per noi e per ogni club che si trova nella nostra situazione. Nonostante abbiamo tentato con varie argomentazioni di convincere la commissione che nonostante non potessimo adempiere a queste due richieste, le garanzie che abbiamo proposto potessero essere sufficienti, la commissione ha deciso di dire no. Io penso che la nostra documentazione fosse amplissima. Abbiamo proposto piani più e meno ottimistici, abbiamo dimostrato anche piani nel caso in cui ci fossero ricavi inferiori alle attese. Da questo punto di vista la stessa commissione è stata soddisfatta. Ma se la commissione richiedeva una garanzia bancaria bastava dirlo prima, avremmo previsto non saremmo andati in fondo".

UEFA - In realtà il voluntary agreement, nato per aiutare sostanzialmente i club che subiscono un cambio di proprietà, richiede prescrizioni molto rigide, proprio per non mettere in discussione lo stesso fair play finanziario. Come detto, quello che non ha convinto l'Uefa è quel 99.93 % di azioni di Yonghong Li, che si traduce in dei forti dubbi sulla sua trasparenza e sulla sua consistenza patrimoniale. Questo secco no sicuramente complica i piani di rilancio del club rossonero e soprattutto provoca un colpo di immagine alla società e alla proprietà che ha sostituito Silvio Berlusconi.

COVISOC - Martedì ci sarà l'incontro tra l'Uefa e la Covisoc, commissione di Vigilanza Sulle Società di Calcio Professionistiche. L'incontro non sarà di routine, visto che la commissione vuole vederci molto chiaro: il Milan aveva rispettato i parametri relativi all'iscrizione al campionato, ma la campagna acquisti di oltre 200 milioni di euro ha ulteriormente peggiorato il quadro economico-finanziario del club.

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