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Il tacco di Lapadula consolida il terzo posto del Milan

Gianluca Lapadula, attaccante del Milan
Il Milan passa in vantaggio agevolmente, ma poi fa fatica a giocare. Il Palermo trova meritatamente il pari, che mantiene fino all'invenzione di Lapadula.

Stefano Bressi

Le sensazioni sono sempre più positive. Per il Milan questo potrebbe essere l'anno giusto. Niente svolazzi, l'obiettivo massimo resta la Champions League. A far sperare i rossoneri sono le tante partite vinte con la forza della determinazione, magari senza giocare un calcio spumeggiante. Anche gli episodi sono fondamentali e in questo caso "l'episodio" si chiama Gianluca Lapadula. L'ex Pescara ci ha messo poco più di due minuti per cambiare radicalmente le cose. Con un colpo di tacco istintivo, ma voluto, bellissimo, ha regalato i tre punti al Milan. Un tacco che resterà nella storia. Roberto De Zerbi aveva ormai raggiunto il pareggio e sembrava averlo messo anche in cassaforte. Invece dentro Lapa, 2-1 e arrivederci. La classifica cambia e sorride: con il pareggio tra Napoli e Lazio, il Milan fa uno scatto che profuma di Champions League. La Roma resta davanti, ma se alla prossima i rossoneri devono affrontare un match complicato come il Derby, i giallorossi giocheranno sul difficilissimo campo dell'Atalanta. Per il Palermo, invece, è sempre più crisi: 6 sconfitte nelle ultime 6 partite in casa.

Lapadula è stato certamente il protagonista, ma il Milan non è solo lui. I rossoneri giocano, come spesso capita, una partita schizofrenica. Iniziano bene, anche grazie ai soliti vizi del Palermo che si porta le difficoltà in casa, e Josip Posavec decide di aiutarli a sbloccare il risultato con un'uscita davvero brutta: sbatte su un compagno, palla a Suso che mette dentro. Ci sono tutte le premesse per l'ennesimo crollo rosanero, ma stavolta è il Milan a toppare. I rossoneri, scrive La Gazzetta dello Sport, forse pensano di avere già vinto e non riescono ad affondare il colpo letale. L'assenza di M'Baye Niang si fa sentire, Juraj Kucka non è nella sua migliore giornata e Carlos Bacca è un fantasma: palla sulla trequarti, palla persa.

Il Palermo trova allora coraggio da questa situazione. Vincenzo Montella aveva iniziato trasformando il suo 4-3-3 in un 4-1-4-1 speculare a quello di De Zerbi, con ottimi risultati; una volta sotto, però, i rosanero tornano al classico 4-3-3, alzando gli esterni Embalo e Sallai. Nel secondo tempo, a sorpresa, il Palermo inizia un'altra gara: tanta corsa, tanto pressing, palla quasi costantemente nella metà campo avversaria. I rosanero giocano bene, talmente bene che probabilmente giocassero sempre così non retrocederebbero mai.

Il problema dei siciliani è il tasso tecnico, molto basso. Sallai è ingenuo ed Embalo fa estrema fatica. Il Milan sembra riuscire indenne da una situazione che altrimenti sarebbe potuta diventare letale. Quando ormai sembrava che la gara procedesse fino al termine sullo 0-1, la situazione se possibile peggiora. Kucka non filtra, Mario Pasalic scompare e il doppio cambio sugli esterni di De Zerbi, con l'ingresso di Lo Faso e Diamanti, cambia la partita. Cambia poco dopo anche il risultato: Ilija Nestorovski si inserisce alle spalle della difesa e tutto solo mette alle spalle di Gianluigi Donnarumma: 1-1 a 20' dalla fine. I rossoneri tentano allora di reagire, spinti soprattutto da Suso. Lo spagnolo impegna Posavec per tre volte, ma tutte le volte il portiere risponde da campione. Proprio su una deviazione di Posavec dopo un tiro di Suso nasce un calcio d'angolo decisivo: cross, palla allontanate, Suso calcia ancora al volo, Lapadula ci mette il tacco e riporta avanti il Milan. È un gol che nasconde, almeno per ora, problemi vari: i dolori di crescita di Manuel Locatelli, la crisi nera di Bacca, le esitazioni degli esterni bassi. La sosta concederà una sosta psicologica. Da scegliere per il Derby, a questo punto, c'è il centravanti.

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