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Il Milan è cinese: colpo di scena, Berlusconi ha venduto a Yonghong Li

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Firmato il preliminare di vendita del Milan ai cinesi: a sorpresa non l'ha spuntata la cordata rappresentata da Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff

Daniele Triolo

Da ieri, ufficialmente, . Il pranzo a Villa Certosa, in Sardegna, presso la residenza estiva del Presidente rossonero, Silvio Berlusconi, ha sancito l'intesa per . Ma, con un colpo di scena, come ricordato questa mattina da 'La Gazzetta dello Sport', il Milan non è stato venduto alla cordata di imprenditori rappresentata dagli advisor italo-americani Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, e neanche a quella, spuntata fuori sulla stampa negli ultimi giorni, ed al procuratore portoghese . L'ha spuntata, infatti, un terzo gruppo cinese, quello modellatosi dopo , avvenuta secondo la 'rosea' una decina di giorni fa. Gli investitori che hanno preso il Milan operano attraverso la '', la famosa società 'veicolo' di cui tanto si è parlato in questi mesi, di cui fanno parte, tra gli altri, Haixia Capital, fondo di Stato cinese per lo Sviluppo ed Investimenti, e Yonghong Li, chairman della company. , comprese quelle di Haixia. Il restante 70% è suddiviso tra numerosi investitori: privati, ma, in prevalenza, aziende di natura pubblica. Fino al 'closing', previsto per fine anno, il riferimento del club sarà David Han, manager cresciuto nell'Università di Boston, scelto dai Li, ed ex responsabile del colosso Wanda Group: tutte le scelte del Milan, d'ora in poi, e sino al termine del 2016, saranno condivise con gli acquirenti. dopo aver giocato, nei mesi, su quattro tavoli: dapprima quello di Bee Taechuabol, quindi quello del fondo GSR (rappresentato dai 'trombati' Galatioto e Gancikoff'), con breve riflessione sull'offerta di Fosun-Gestitufe prima di accordare il proprio 'sì' a Yonghong Li per una svolta epocale in casa Milan.

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