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Cristante, un ex senza cuore

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Cristante segna alla sua vecchia squadra ed esalta Gasperini, che a sua volta lo elogia. Poi Gasp scherza anche su Kessie, che al Milan non convince.

Stefano Bressi

Il Milan continua la propria crisi. I rossoneri cercano di capire come uscirne e forse dovrebbero prendere spunto proprio dall'avversario di ieri: l'Atalanta non ha giocato una partita perfetta, ma è stata squadra. Il Milan non lo è. I bergamaschi sono sempre stati concentrati, sereni, capaci di gestire il match. La squadra mette evidentemente in mostra la mano del proprio allenatore. Giampiero Gasperini la allena da ormai un anno e mezzo e si vede. Il quadro per il Milan è decisamente preoccupante.

La beffa arriva dal primo gol, firmato Bryan Cristante. Il centrocampista è cresciuto nel settore giovanile del Milan, ma ha poi chiesto di andare via nel 2014. Lo ha comprato il Benfica per 6 milioni. Lo ha rivisto ieri, segnare dopo l'errore di Gianluigi Donnarumma. È un Cristante diverso, decisamente cresciuto, scrive La Gazzetta dello Sport. Al termine del match non dà risposte vendicative alle domande che gli fanno, ma si concentra solo sull'Atalanta, senza commentare le difficoltà rossonere. Infine, una lode a Gasperini, tecnico che ha creduto in lui e l'ha aiutato a maturare.

La classifica sorride agli orobici, che sono al sesto posto in classifica. Gasperini sembra quasi minimizzare, sottolineando la prestazione non eccellente dei suoi. I nerazzurri però hanno limitato in maniera eccellente la squadra di Gennaro Gattuso, colpendo nelle due occasioni disponibili. La differenza l'ha fatta il centrocampo, che Gasp ha voluto molto solido mandando anche in panchina Josip Ilicic. Tutti i giocatori che gli capitano sotto mano in quella zona di campo hanno una crescita esponenziale e vengono rivenduti a cifre incredibili. Lo scorso anno ha sforntato Roberto Gagliardini e Franck Kessie, ora capiterà lo stesso. Proprio su Kessie, Gasperini scherza dicendo che se al Milan non piace lo riprende volentieri. Gasperini è sicuro: serve solo pazienza e lavoro, ma Franck può crescere molto, ma difficilmente è la locomotiva.

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